Page 121 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Popolazione e nazionalità
le armi e ritirate le truppe italiane, possano essere nuovamente vittime gli uni de-
gli altri, così consegnano quantitativi di armi molto modesti, nascondendone una
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buona parte nei boschi. I fenomeni di ribellione subiscono solo un’inflessione
momentanea, mentre il numero di uomini che passano nelle fila partigiane e ai
četnici continua ad aumentare (nei due mesi successivi il movimento di resisten-
za s’intensificherà ulteriormente). Ambrosio protesta: Zagabria non è in grado di
garantire un’amministrazione imparziale e tende deliberatamente a esautorare il
“prestigio italiano” dinanzi alla popolazione serba. Il governo croato è contrario
a quanto previsto per la sistemazione degli ortodossi, contrastando la politica di
“pacificazione e normalizzazione” della 2ª Armata. Ambrosio ritiene quindi op-
portuno un intervento del governo di Roma per far accettare le richieste rivolte al
commissario generale amministrativo croato in merito alla restituzione dei beni ai
fuggiaschi tornati alle loro case e alla riassunzione in servizio degli impiegati statali
serbi, fuggiti per sottrarsi alle persecuzioni. Le autorità governative croate, tuttavia,
ritengono la riassunzione in servizio degli impiegati serbo-ortodossi inaccettabile
e l’estromissione dai rispettivi paesi di croati compromessi impossibile, poiché in
contrasto con la legislazione croata. Non avranno esito migliore le richieste effet-
tuate da Ambrosio – su pressione della popolazione ortodossa – volte ad ottenere la
liberazione di circa duecento serbi arrestati nei territori dove la 2ª Armata esercita
ora i poteri civili. 53
Il commissario generale amministrativo croato, invece, interviene ancora per
una serie di chiarimenti su diversi fatti di violenza e arresti che hanno coinvolto
soldati o carabinieri italiani e popolazione locale in seguito al processo di rioccu-
pazione. Tra gli arrestati anche ustaša rappresentanti le istituzioni croate, come il
sottoprefetto e capitano distrettuale di Stolac, il podestà di Nevesinje o il segretario
comunale di Grižane (distretto di Crikvenica): interessante in particolare la vicenda
del primo, che potrebbe risultare una testimonianza della profonda confusione in
52 AUSSME, N. 1-11, b. 583, Comando VI Corpo d’Armata, Notiziario n. 128, Gračac, P.M.39,
9 settembre 1941-XIX; ibidem, H-1, Ministero Guerra – Gabinetto, b. 16, fasc. 1, Ministero
della Guerra, Gabinetto, Situazione nella zona demilitarizzata croata dopo la pubblicazione
del bando del 7 settembre 1941, Roma 17 ottobre 1941-XIX; HDA, 491, OUP, kut. 2, Co-
mando 2ª Armata, Ufficio Affari Civili, al Signor Dott. A. Karčić, Commissario Generale
Amministrativo dello Stato Indipendente di Croazia presso il Comando della 2ª Armata,
prot. n. 2020/AC, segreto, oggetto: Situazione politica, f.to il Generale designato d’Armata
V. Ambrosio; id., 831, Vaš broj T.414/41 od 23, Ministarstvu Vaniskih Poslova Zagreb, Opći
upravni povjerenik Dr. Karčić, Sušak 1. listopada 1941; id., Promemoria giornaliero n. 19
dell’8/10/1941, il Commissario Generale Amministrativo, Sušak 8 ottobre 1941.
53 HDA, 491, OUP, kut. 3, Comando 2ª Armata, Ufficio Affari Civili, al Commissariato Gene-
rale Amministrativo dello Stato Indipendente di Croazia presso il Comando della 2ª Armata,
prot. n. 2761/AC, segreto, oggetto: Richiesta notizie su 195 istanze di serbo-ortodossi, f.to il
Generale comandante designato d’Armata V. Ambrosio, P.M.10, 20 ottobre 1941-XIX.
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