Page 118 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
P. 118

La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.


               Le misure prese causano una serie di proteste generali, delle autorità locali come
            degli ambienti anti-italiani di Zagabria, che accusano l’Italia di voler estendere ul-
            teriormente il proprio dominio sullo Stato croato con l’aiuto dei serbi. In tal senso
            l’accusa è confermata, agli occhi dei croati, da alcuni fatti di violenza che si verifi-
            cano nei giorni successivi: il commissario generale amministrativo Karčić recrimi-
            na infatti che nel distretto di Sanski Most le autorità militari italiane hanno permes-
            so ai četnici, in loro presenza, di incendiare villaggi cattolici e musulmani, senza
            adottare misure atte ad impedirlo;  contesto analogo il 2 ottobre, con la distruzione
                                          40
            del paese di Zagorje (comune di Modruš, distretto di Ogulin) a opera delle bande
            serbe allontanate troppo tardi dall’esercito italiano, e il 5 ottobre nel distretto di
            Knin (villaggio di Krčić), dove i četnici prendono il sopravvento e aggrediscono
            due autocarri di reclute croate causando dodici morti e diversi feriti (le truppe ita-
                                                  41
            liane sono le prime ad arrivare sul luogo).  Al contrario – accusa il commissario
            croato – si verifica l’arresto quotidiano per “cose da poco” di diversi croati e musul-
            mani, nonostante abbiano consegnato le armi e non si dimostrino ostili all’esercito
            italiano. Le autorità militari locali procedono infatti con “esagerato vigore” nell’ar-
            restare i simpatizzanti ustaša e non rispettano le leggi vigenti in materia di scambi
            di beni tra Stato croato e Regno d’Italia. 42
               La sola rioccupazione della “seconda zona” è dunque già sufficiente a portare
            con sé una serie di accuse e fastidiose polemiche tra italiani e croati: ciò nonostante
            la situazione nello Stato Indipendente Croato continua a rimanere talmente critica
            da indurre Berlino e Roma a prendere in considerazione anche l’occupazione ita-
            liana della “terza zona”, in mano all’amministrazione civile e militare croata. L’in-
            tervento nella “terza zona” è motivato dalla necessità di sostenere indirettamente
            la decisa azione svolta in Serbia dai tedeschi per reprimere la ribellione, evitando
            così che gli insorti sconfinino nello Stato croato. Il progetto (che non prevede il pas-
            saggio dei poteri civili ai comandi italiani come è avvenuto nella “seconda zona”),
            inizialmente accolto con benevolenza dalle autorità locali croate, costrette ad accet-
            tare dall’incalzare delle insurrezioni partigiane, non manca in seguito di suscitare le
            proteste di Zagabria, che vede così completare l’occupazione dello Stato, e di dare
            adito a episodi in cui gli ustaša si rifiutano di consegnare le armi o di attenuare la


               prot. n. 23407/AC, Segreto, oggetto: Situazione nella zona demilitarizzata dalla pubblica-
               zione del Bando 7 settembre 1941-XIX ad oggi, f.to Generale V. Ambrosio, P.M.10, 7 ottobre
               1941-XIX, riportato anche in O. Talpo, op. cit., I, pp. 625-628.
            40  HDA, 491, OUP, kut. 6, 1941, pov. spisi 3328-3810, Kotarsko predstojništvo, taj. broj 200,
               Sanski Most 8-IX-1941, Ministarstvu unutrašnjih poslova Zagreb.
            41  Ibidem, kut. 4, Promemoria giornaliero n. 21 del 10/10/1941, il Commissario Generale Am-
               ministrativo, Sušak 10 ottobre 1941.
            42  Ibidem, kut. 3, 1941, povjerljivi spisi 1597-2215, Promemoria giornaliero del 1° ottobre
               1941, n. 13, il Commissario generale amministrativo Karčić.

            118                                                             Capitolo sesto
   113   114   115   116   117   118   119   120   121   122   123