Page 115 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Popolazione e nazionalità
poteri civili rimangano alle autorità croate, alle quali sarebbero stati impartiti ordini
precisi in merito alla collaborazione con le autorità militari italiane. Il leader croato
sarà tuttavia costretto ad accettare le richieste italiane ottenendo di poter mantenere
nella zona truppe regolari ed autorità civili croate poste sotto il comando della 2ª
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Armata. L’accordo raggiunto il 26 agosto a Zagabria prevede la rioccupazione da
parte delle truppe italiane della “zona demilitarizzata” (“seconda zona”) comprese
le zone del litorale adriatico (territori insulari inclusi) appartenenti allo Stato croato
e l’assunzione dei poteri civili, con la nomina da parte croata di un commissario
generale amministrativo agli ordini del comando italiano ma con alle proprie dipen-
denze le locali autorità civili croate, destinate a rimanere ai loro posti per l’ordina-
ria amministrazione e la collaborazione nel mantenimento dell’ordine pubblico. 30
Ambrosio avvia l’occupazione degli edifici di pubblico interesse operando una
selezione dei funzionari pubblici croati: le autorità locali croate sarebbero state ri-
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tenute responsabili di eventuali atti ostili contro le truppe italiane (1° settembre).
Viene accettata la presenza nei territori occupati di formazioni giovanili e dei dele-
gati politici del movimento ustaša, mantenendone comunque sotto stretto controllo
l’attività. La “normalizzazione” dell’area prosegue con i tentativi di smobilitazione
dei gruppi armati serbo-ortodossi, prevalentemente attraverso accordi raggiunti con
coloro disponibili all’intesa, e solo in pochi casi con l’uso delle armi. Nelle comuni-
tà serbe permane tuttavia perplessità soprattutto a causa della presenza nei territori
demilitarizzati delle autorità e delle truppe croate e per l’annunciata provvisorietà
della rioccupazione italiana: i serbi sostanzialmente chiedono garanzie affinché le
persecuzioni ustaša non si ripetano alla restituzione dei poteri civili e militari ai
croati.
Anche per tale ragione, le formazioni ustaša saranno progressivamente disar-
mate e allontanate, mentre i reparti domobranci passeranno alle dipendenze del-
la 2ª Armata. La rioccupazione della “zona demilitarizzata”, protrattasi fino al 25
settembre, non incontrerà particolari opposizioni, ad eccezione dell’occupazione
di Bosansko Grahovo e di Drvar per la forte presenza partigiana e la resistenza
opposta dallo stesso elemento četnico. Le formazioni ustaša che sgomberano dal
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29 Ibidem, Ministero degli Affari Esteri, a Comando Supremo, telegramma n. 32311/P.R., se-
greto non diramare, Roma 17 agosto 1941-XIX; id., R. Legazione Zagabria, a Ministero
degli Affari Esteri, telegramma n. 433-434, segreto non diramare, Zagabria 19 agosto 1941-
XIX.
30 Ibidem, N. 1-11, b. 724, Diario Storico Comando 2ª Armata, P.M.10, 21 agosto 1941-XIX.
31 Ibidem, Diario Storico Comando 2ª Armata, P.M.10, 1 settembre 1941-XIX.
32 Ibidem, M-3, b. 20, fasc. 11, Comando della 2ª Armata-Ufficio Affari Civili, a Stato Maggio-
re R. Esercito-Ufficio Operazioni, prot. n. 23407/AC, Segreto, oggetto: Situazione nella zona
demilitarizzata dalla pubblicazione del Bando 7 settembre 1941-XIX ad oggi, f.to Generale
V. Ambrosio, P.M.10, 7 ottobre 1941-XIX; ibidem, b. 568, Diario Storico Comando Divi-
sione Sassari, Notiziario giornalierio, Situazione politica e caratteri della rivolta, P.M.86, 6
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