Page 127 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Popolazione e nazionalità


             Armata. Il divieto vale anche per l’esportazione di animali per conto dell’esercito
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             croato,  mentre al confine italo-croato, nel settore fiumano, lungo il fiume Kupa
             nel tratto Osilnica-Brod na Kupi, la guardia di finanza italiana ostacola il libero
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             transito a popolazione e funzionari statali croati.  Questiultimi in particolare, in-
             fatti, un po’ ovunque, cercano di ostacolare in ogni modo il buon andamento dei
             servizi e dei rifornimenti che riguardano le forze armate italiane mediante divieti e
             controlli sull’attività commerciale, con ripetuti tentativi di ingerenza sui trasporti di
             merci e derrate dirette ad organi periferici (frequenti anche i casi di capo-stazione
             croati che ostruiscono i trasporti diretti o in partenza dai reparti italiani). La dogana
             croata di Perković Slivno, ad esempio, ostacola di proposito il proseguimento dei
             carri ferroviari contenenti derrate alimentari provenienti dalla Croazia e diretti a
             Spalato, ed usa procedimenti vessatori ai viaggiatori che transitano con merci e ba-
             gagli, causando forti ritardi ai treni (Ambrosio minaccerà la chiusura manu militari
             dell’ufficio doganale).  Ai fiduciari croati viene quindi intimato l’arresto qualora
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             interferiscano nelle questioni politiche e militari e viene loro impedito il libero mo-
             vimento nei territori dalmati annessi (il commissario generale amministrativo pone
             all’attenzione del comando della 2ª Armata in particolare il caso degli impiegati
             statali di Almissa diretti a Spalato). 72
                Le autorità militari italiane pretendono inoltre sia loro competenza la distribu-
             zione di benzina e di materiale da ardere e sequestrano i carichi che escono dal-
             la “zona demilitarizzata”, quasi considerino la delimitazione della suddetta zona
             quale  effettivo  confine  doganale.   Karčić  sostiene  non  si  possa  in  nessun  caso
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             riconoscere alle autorità militari italiane il diritto del controllo dell’esportazione


             69  Ibidem, kut. 4, Kotarska oblast, t. br. 1055 od 20 listopad 1941, Sinj, predmet: Izvoz stoke iz
                demilitarizovane zone područja, kotarski predstojnik.
             70  Ibidem, kut. 2, Zvonko Babić načelnik opcine Brod na Kupi, Gospodinu Dr. Andriji Karčiću
                opunomoćenom ministru i općem upravnom povjereniku kod II. Armate Sušak, Brod na Ku-
                pi 29. rujna 1941.; id., all’onorevole Comando II. Armata R.E.I., 279 1., f.to il Commissario
                generale amministrativo, Sušak, 17.IX.1941.
             71  Ibidem, kut. 4, Promemoria giornaliero n. 21 del 10/10/1941, il Commissario Generale Am-
                ministrativo, Sušak 10 ottobre 1941; id., Comando 2ª Armata, Ufficio Affari Civili, a Com-
                missariato Generale Amministrativo dello Stato Indipendente di Croazia presso il Comando
                2ª Armata, prot. n. 2524/A.C., oggetto: Dogana croata di Perković Slivno, f.to il Generale
                Comandante designato d’Armata V. Ambrosio, P.M.10, 13 ottobre 1941-XIX.
             72  ASDMAE, b. 1494 (AP 29), Ufficio Croazia, Carteggio circa discussioni confinarie, R. Con-
                solato Generale d’Italia a Zagabria, a Ministero degli Affari Esteri Roma, telespresso n.
                1835/301, oggetto: Notizie dalla Dalmazia, Zagabria 21 aprile 1941-XIX; HDA, 491, OUP,
                kut. 3, Promemoria giornaliero n. 29 del 20/10/1941, Il Commissario Generale Amministra-
                tivo, 20 ottobre 1941.
             73  HDA, 491, OUP, kut. 3, Promemoria giornaliero n. 24 del 14/10/1941, il Commissario Ge-
                nerale Amministrativo, Sušak 14 ottobre 1941.

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