Page 129 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Popolazione e nazionalità
anti-italiana continuerà intensa in tutte le zone, ad essa parteciperanno gli ustaša
come i militari dell’esercito regolare e gli organi istituzionali croati. Lo stesso
Commissariato generale amministrativo non ne sarà considerato del tutto estraneo:
Andrija Karčić, ad esempio, è ritenuto un personaggio ben poco conciliante nei
confronti dell’alleato italiano, giudizio forse condizionato anche dai suoi trascorsi
personali, che lo vedono dopo la Prima guerra mondiale, quando l’Istria è annessa
all’Italia, rifiutare la cittadinanza italiana ed emigrare nel regno jugoslavo.
Il comando della 2ª Armata chiederà ripetutamente provvedimenti a carico di
funzionari croati responsabili di atti interpretati come ostili verso gli italiani, soprat-
tutto nelle zone di confine, ma il governo di Zagabria si dimostrerà poco disposto a
intraprenderli. Saranno dunque soprattutto i comandi di presidio italiani a prendere
provvedimenti contro gli alleati croati (come ad esempio a Segna nell’ottobre del
1941, dove viene vietata alla prefettura croata qualsiasi tipo di pubblicazione senza
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un previo permesso da parte del comando italiano). Il commissario generale am-
ministrativo croato da parte sua ribadirà invece ripetutamente al comando della 2ª
Armata la necessità di rispettare gli accordi italo-croati in materia di amministra-
zione della zona litoranea e dei territori interni: sarebbe infatti opportuno – sosterrà
– che i presidi militari italiani, in tutte le questioni non strettamente connesse alla
sicurezza e all’ordine pubblico, rivolgessero le loro richieste alle prefetture per
tramite del Commissariato, al quale è affidato il compito di “armonizzare l’ammi-
nistrazione statale croata con gli interessi dell’esercito italiano”.
Frequenti saranno anche le segnalazioni di soldati regolari croati o miliziani
ustaša che un po’ ovunque, in luoghi pubblici, cantano canzoni degli irredenti dal-
mati e sono posti a tacere solamente dall’intervento degli ufficiali e dei soldati
italiani. Basti pensare a ciò che accadrà in occasione del secondo anniversario della
fondazione dello Stato Indipendente Croato, quando sono notate, durante le ceri-
monie e le manifestazioni private, diffuse intemperanze e dimostrazioni irreden-
tiste, prontamente segnalate dalle autorità militari italiane al nuovo commissario
generale amministrativo David Sinčić: il governo croato si limiterà a condannare le
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manifestazioni, definendole “azioni isolate e di singoli individui irresponsabili”. A
tutto ciò andranno poi aggiunti i disagi generati alla popolazione dai rastrellamenti
dei soldati e dei carabinieri alla ricerca dei partigiani (come avviene ad esempio
76 Ibidem, kut. 3, Promemoria giornaliero n. 24 del 14/10/1941, il Commissario Generale Am-
ministrativo, Sušak 14 ottobre 1941.
77 Ibidem, kut. 40, 1943, opći spisi 4593-5061, Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalma-
zia (2ª Armata), Ufficio Affari Civili, a Commissariato Generale Amministrativo dello Stato
Indipendente di Croazia presso Supersloda, prot. n. 5418/AC, oggetto: Intemperanze irre-
dentiste, f.to il Generale Comandante designato d’Armata Mario Robotti, P.M.10, 29 aprile
1943-XXI; id., a Comando 2ª Armata, 4615 3, rif. f. n. 5418/AC del 29/4/43, oggetto: Intem-
peranze irredentistiche, f.to il Commissario Generale Amministrativo David Sinčić, Sušak
23 maggio 1943.
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