Page 146 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                 gli impianti fermi e gli operai senza lavoro .
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                    Compatangelo, che probabilmente aveva le sue entrature negli ambienti so-
                 cial-rivoluzionari e che già aveva disimpegnato degli incarichi nello spionaggio
                 dei bianchi, ricevette dal console la proposta di organizzare con i prigionieri
                 italiani un reparto militare da unire a quelli che già si stavano costituendo col
                 nome di Armata del Popolo per combattere i bolscevichi.
                    Il ragioniere, come era chiamato, accettò e recatosi a Samara riuscì in breve
                 a radunare una sessantina di volontari, il nucleo centrale del suo battaglione.
                    È incerto se la loro adesione si stata volontaria o se più spicciativamente,
                 come da alcuni fu affermato, tutti gli italiani vennero arruolati di autorità.
                    Probabilmente la formazione del reparto seguì la genesi tipica del clima ri-
                 voluzionario di Samara, dove tutto era rimesso all’estro e alla ambizione dei
                 singoli.
                    Compatangelo, che aveva svolto il servizio di leva nella Guardia di Finanza,
                 si autonominò capitano, e si fece confezionare una divisa analoga a quella del
                 Regio Esercito, anche se con alcune varianti fuori ordinanza. Col beneplacito
                 dei cechi, che di fatto a Samara dettavano legge, l’ingegnoso ragioniere allargò
                 la propria ricerca di reclute a tutti i campi della regione, arrivando ad arruolare
                 oltre 200 uomini. Che fossero tutti italiani è improbabile e, sebbene non si ab-
                 biano dati precisi a riguardo, le testimonianze concordano che vi si trovavano
                 turchi, polacchi, e persino ungheresi. Compatangelo creò sottotenenti tutti co-
                 loro che avessero qualche attitudine e confermò nel grado i sott’ufficiali. Come
                 vice comandante scelse un altro italiano di Samara, Carlo Del Re, impresario
                 circense.
                    Ben presto il suo reparto, armato con 240 fucili e 5 mitragliatrici fornite dai
                 cechi divenne uno dei più attivi, prestando servizio nella guardia alle carceri,
                 nei rastrellamenti attorno alla città, nella perquisizione dei piroscafi fluviali.
                    Circa questa attività si disse che il battaglione, che aveva assunto la deno-
                 minazione di Samara, avesse commesso un gran numero di rapine e violenze,
                 facendosi la fama di un gruppo di briganti. Pare assodato comunque che i cechi
                 li ritenessero più affidabili dei russi, tanto che affidarono loro la custodia della
                 Banca di Samara, un passo avventato.
                    Quando la città fu investita ai primi di ottobre dall’offensiva sovietica, anche
                 il Battaglione, dovette ripiegare. Compatangelo e suoi furono fra gli ultimi a





                 253 PAOLO COLUZZI, Il calice di porpora, Tricase, Youcanprint Self­Publishing, 2017, pp. 233­
                    234.


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