Page 186 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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Così è avvenuto per incendi di interi villaggi e di case di fuoriusciti. Così
si sono fucilati uomini non colpevoli e donne colpevoli solo di essere
mogli di bolscevichi. Incendi e uccisioni compiuti senza alcuna garanzia
di giudizio, senza neanche il rapido mezzo del tribunale da campo, per
solo ordine del comandante la colonna, conseguente a denuncia di villici
spesso intimoriti o mossi a vendetta e rancori personali.
Il tenente colonnello Romeroff che così ha ordinato ha agito attenendosi
letteralmente alle istruzioni di spargere il terrore e di cancellare ogni trac-
cia bolscevica nella regione” .
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Era solamente un episodio, ma le parole di Ferraris possono attribuirsi a tutta
la guerra civile russa, e probabilmente a tutte le guerre civili.
partenza
La fine delle operazioni di rastrellamento segnò anche la fine del periodo più
significativo della presenza italiana a Krasnojarsk. Rientrati i reparti, Fassini
Camossi mise rapidamente al corrente i propri ufficiali dell’evoluzione degli
eventi sia al fronte russo che negli uffici della Commissione Interalleata.
Il 10 maggio in un telegramma al Ministero della Guerra, Filippi di
Baldissero aveva segnalato a Roma la necessità di rimpatriare il contingente
italiano. L’insuccesso dell’ultima offensiva dei bianchi aveva fatto tramontare
definitivamente l’ipotesi di un crollo del regime bolscevico: nella migliore delle
ipotesi quella che si annunciava era una lunga guerra civile, mentre nella peg-
giore la vittoria dei rossi era molto vicina.
Tale comunicazione, che completava il quadro che da mesi il rappresentante
italiano a Vladivostok forniva sulla situazione russa, trovava nel Governo ita-
liano un clima già molto perplesso circa l’idea di proseguire la spedizione in
Russia e ne accelerò probabilmente la decisione finale in merito.
Le motivazioni per un ritiro del resto erano molteplici, e tutte fondate: la
stanchezza degli uomini, alcuni dei quali mancavano da casa da circa 5 anni, il
progressivo deteriorarsi della situazione economica e sociale in Italia, dove la
notizia di un contingente italiano impegnato contro i bolscevichi avrebbe certo
sollevato aspre critiche, la sostanziale inutilità del contributo italiano ad una
guerra che ormai non si poteva vincere.
Filippi in una lettera di marzo descriveva già a Roma lo stato di progressi-
320 “Rapporto del Capitano Ferraris sig. Emilio sulla sua missione presso il 35° Reggimento Tiratori
di Stavropol”. AUSSME, F3, B. 272, f. , p. 4.
capitolo settimo