Page 99 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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l’Italia avrebbe partecipato o no alle operazioni in Estremo Oriente e con quali
forze. Da quasi tre settimane il piroscafo Roma era partito con il primo nucleo
del contingente.
tIen-tsIn
Mentre a Roma si stabilivano i termini della partecipazione italiana alla Mis-
sione internazionale in Estremo Oriente, i convogli degli Irredenti del maggiore
Manera erano intanto giunti fin dal marzo 1918 a Tien-Tsin, la grande e moder-
na metropoli cinese sul Fiume Pei-Ho a metà strada fra Pechino e il mare.
La città era stata divisa in quartieri dati in concessione alle potenze straniere
da un Impero Manciù agonizzante nel 1901, ed anche l’Italia aveva un proprio
piccolo settlment, grande pressappoco quanto la Città del Vaticano .
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Dal 1911 in Cina era stato rovesciato il regime imperiale ed era stata instau-
rata una repubblica con a capo un militare, il generale Yuan Shikai. Quest’ul-
timo, dichiaratosi Imperatore a propria volta, era stato avversato da un gran
numero di oppositori, e alla sua morte la nazione era precipitata nel caos, spac-
candosi fra un nord controllato dall’Esercito, ed un Sud ribelle.
Al momento dell’arrivo degli irredenti, era in carica a Pechino un governo
militare, ma con una autorità puramente nominale, mentre al sud, nella città di
Canton, il leader repubblicano Sun-Yat-Sen aveva insediato dal 1917 un altro
governo, e stava progettando la conquista del Nord e l’unificazione del Paese.
Era dunque una Cina sull’orlo della guerra civile quella in cui si muovevano
i diplomatici e i militari delle potenze straniere, ed in cui il maggiore Manera
dovette ingegnarsi, con i pochi mezzi disponibili, ad organizzare ancora una
volta l’alloggiamento e la vita quotidiana degli irredenti.
Il piccolo quartiere italiano di Tien-Tsin non era in grado di alloggiare l’in-
tero Distaccamento, il quale venne sistemato in alcuni ampi padiglioni ceduti
dai britannici, nei quali fino a poco tempo prima erano acquartierati gli indiani
del 18° Indian Rifles.
Con la stessa tela color kaki del reparto britannico gli Irredenti, fra i quali
non mancavano i sarti, confezionarono delle divise di taglio italiano ma senza
stellette, alle quali venne poi aggiunto un berretto alpino privo di penna, trovato
176 I quartieri più grandi erano toccati alla Germania, alla Gran Bretagna, alla Francia e al Giappone,
Usa e Russia occupavano zone di media grandezza ai margini della città, ma concessioni mino-
ri lungo il fiume erano state assegnate anche all’Italia, al Belgio e all’Impero austro-ungarico.
Quest’ultima sarà incamerata dalla Cina nel 1919 ed infine dall’Italia nel 1926.

