Page 156 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA CRISI DI CRETA - L'OPERA DEI CARAIIII\:IERI REALI (1 X<J7 -1 X99) 147
IliO luglio successivo il capitano Craveri informava le autorità italiane che
dal 26 giugno precedente aveva assunto il comando della gendarmeria dell'isola,
tranne che all'interno della città di Rettimo occupata dalla gendarmeria russa, che
tendeva a mantenere una sua autonomia di comando. Successivamente però, in
seguito ad accordi internazionali, anche questa città passò sotto il comando della
gendarmeria cretese e quindi alle dirette dipendenze del O'averi.
Possiamo quindi affermare che l'attività dei Carabinieri Reali a Creta ebbe
completo sviluppo a partire dal momento che le gendarmerie straniere lasciarono
l'isola e il capitano Craveri poté concretamente iniziare il suo compito di organiz-
zatore. Con rapporti frequenti e circostanziati l'ufficiale informava il Comando
Generale delle varie fasi del lavoro svolto.
Craveri, nato a Cavallermaggiore (Cuneo) il 21 dicembre 1860, già tenente
di fanteria transitato nei Carabinieri l'Il ottobre 1885, non fu solo un ufficiale
preparato e un organizzatore eccellente, aveva anche un profondo senso della
realtà politica e delle difficoltà insite nel controllo internazionale su Creta, che
analizzava correttamente. Scriveva il 20 febbraio 1897: " ... La situazione nell'isola
[di Creta] è di più in pill intricata: l'occupazione de La Canea per parte delle potenza
non condurrà a nulla di stabile, i cristiani non rifuggiranno dagli atti più crudeli
contro i mussulmani e la calma, se tornerà, sarà assolutamente effimera ... " aveva
ragione: infatti la calma vera tornò a Creta, solo quando l'isola fu annessa alla
Grecia nel 1913.
Scriveva il28 luglio del 1897 a proposito del nuovo governatore turco dell'isola
e della difficile situazione generale che si era creata dopo l'arrivo di costui: "da
qualche giorno si andava vociferando che a governatore dell'isola doveva venire
Djavad Pascià, gran visir e governatore di Creta circa un sei anni addietro ... la
sera del 24 corrente Djavad arrivò con gran seguito di personale, cavalli, vetture
e mobilio ... gli ammiragli innanzi che il piroscafo arrivasse si erano riuniti per
discutere se conveniva o no lasciar sbarcare il pascià ... per qualcuno è stato detto
che la venuta del nuovo pascià è connessa con un progetto di cessione della Tessaglia
alla Turchia e di Creta alla Grecia: il progetto mi pare un po' ardito, quantunque
la Turchia guadagni nel cambio ... ".
Nel settembre dello stesso anno cosÌ analizzava alcuni avvenimenti interna-
zionali rispetto alla situazione di Creta: "I recenti torbidi avvenuti nell'India e
nell'Egitto ed intesi a 111enomare l'influenza inglese in quelle contrade, hanno
spinto l'Inghilterra ad assumere un contegno apertamente ostile verso la Turchia,
ma quella nazione è cosÌ ben conosciuta in Oriente come poco sincera che questo
suo nuovo atteggiamento è accolto con la massima incredulità dai cristiani
quanto dai musulmani e questa incredulità coinvolge anche noi delle altre
nazioni qui convenute ... la Francia sta sulle riserve, specialmente ora dopo l'alleanza
colla Russia, alleanza non completa per l'abile brindisi dello zar e che non ha
precisamente colmato di gioia i francesi che sono qui, che nella tanto decantata