Page 157 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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             alleanza non vedevano che la  revanche che ancora sempre desiderano.  La  Russia
             è felice dei rovesci subiti dall'Inghilterra nelle Indie e che non so con qual fondamento
             gli  fanno  sperare  una  diminuzione  dell'influenza  britannica  nel  Mediterraneo,
             celatamente  agognando  la  baia  di  Suda  (baia  dell'isola  di  Creta,  che  era  di
             notevole importanza strategica)  ... in complesso le  fila  dell'accordo fra le potenze
             ora non tengono più e il  pubblico se ne accorge ed è nuovamente in apprensione
             e  da  tutti,  musulmani  e  cristiani,  si  rende  lode  al  comando  italiano  che  almeno
             qui in Canea è riuscito ad ottenere calma perfetta, che con gran fatica mantiene ... ".
             Sono numerosissimi i rapporti settimanali del Craveri conservati nel Museo Storico
             dell' Arma e tutti di notevole interesse per seguire lo svolgimento dei fatti  a Creta
             in quel periodo. l:ufficiale aveva la giusta percezione politica della delicatezza del
             suo ruolo in una situazione instabile, dove le tensioni continuavano ad essere molte;
             dove il conflitto tra greci e turchi non si era affatto placato; dove l'alto commissario,
             principe di sangue, molto spesso riteneva in realtà l'isola un suo privato possedimento,
             pur agendo nell'interesse degli abitanti:  il  principe Giorgio era uomo intelligente,
             ma  la  sua  opinione  sull'uso  del  potere  era  chiara  e  definita,  non  propriamente
             democratica.  Dalle  note  circostanziate  di  Craveri  esce  un  quadro  chiaro  della
             situazione politica, economica e  sociale dell'isola:  sono una testimonianza valida
             per comprendere quali problemi si agitavano in quell'angolo dell'Impero ottomano,
             amministrato  in  modo  anomalo  e  sul  cui  territorio,  come  in  altri,  le  potenze
             occidentali legittimavano governi e  regimi scegliendo  i protagonisti.
                 Al  momento  dello  scioglimento  della  gendarmeria  internazionale,  correva
             voce  nell'isola  che  l'Italia  fosse  stata  incaricata  della  protezione  militare  del
             territorio:  commentava  Craveri  che  "se  cosÌ  sarà,  non  v'è  motivo  a  rallegrarsi
             essendo questa una pratica spinosa, poco vantaggiosa per il nostro paese, perché
             a  parte il risultato  economico  pel  quale  è  prematuro il pronunciarsi,  mai  e  poi
             mai  la  Russia  e  l'Inghilterra  ci  lasceranno  la  libera  disposizione  della  Suda  (la
             baia)". Craveri aveva ragione rispetto alla posizione della Russia e dell'Inghilterra
             nei confronti dell'Italia: queste due potenze non volevano certamente che l'Italia
             si  installasse  in  alcuni  territori  che  ritenevano  di  esclusivo  interesse.  La  stessa
            . cosa avvenne  quando,  un  decennio  più  tardi,  lo shah di  Persia  richiese  l'ausilio
             dei  Carabinieri  per  la  riorganizzazione  della sua  gendarmeria:  se  l'Italia  avesse
             accettato,  avrebbe  avuto  contro  la  Russia  e  l'Inghilterra  che  si  erano spartite  il
             territorio  in  sfere  d'influenza  e  non  avrebbero  permesso  il  radica mento  di
             un'altra  potenza europea quale  l'Italia,  che  ritenevano  piuttosto  pericolosa  per
             gli equilibri nella regione. In quel caso il Regio Governo diplomaticamente declinò
             l'invito spiegando che non era possibile accontentare quel desiderio del governo
             persiano, per "esigenze di servizio del  Regio Esercito" in  Italia.
                  La nuova gendarmeria cretese fu  organizzata su  compagnie al comando dei
             tenenti dell'Arma, con due sedi a  La  Canea, una a  Candia, una a  Rettimo e  una
             a  Mirabella.
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