Page 158 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA  CRISI  DI  CRETA  - L'OPERA  DEI  CARABINIERI  REALI  (1897-1899)   149


              I sottufficiali furono ripartiti nelle cinque unità;  il comando delle sezioni fu
          affidato  ai  marescialli  d'alloggio.  Per  il  reclutamento  degli  allievi  gendarmi la
          scelta fu  fatta cadere su quegli elementi "considerati migliori per robustezza fisica
          e per qualità morali".
              Allo  scopo di  avere  dei  buoni sottufficiali  locali  comandanti di  stazione, fu
          istituita a La Canea, presso la sede del comando, la Scuola per allievi sergenti che
          doveva essere frequentata da tutti i sergenti che, fino a quel momento, non avevano
          seguito  alcun  corso  d'istruzione,  nonché  dai  caporali  in  avanzamento  al  grado
          superiore.
              Anche  i gendarmi  particolarmente  distintisi  in  servizio  per  condotta  e  per
          grado  di  istruzione,  dopo  aver  conseguito  la  promozione  a  caporale  potevano
          essere ammessi  a frequentare l'istituto.
              Si  ottennero  ben  presto  lusinghieri  risultati  grazie  alla  professionalità  del
          personale istruttore e all'impegno degli allievi, per cui nel marzo 1900 fu possibile
          rimpatriare  alcuni  sottufficiali  dell'Arma,  sostituiti  dal  personale  indigeno.  Il  10
          corso di istruzione degli allievi sergenti aveva registrato quarantotto frequentatori
          privi di istruzione precedente, che avevano ottenuto il grado alle dipendenze delle
          cessate gendarmerie russa, inglese e francese; ai corsi successivi furono però ammessi
          militari scelti dagli italiani con un particolare criterio selettivo.
              I regolamenti  per  la  gendarmeria cretese  furono  modellati  su  quelli  in  uso
          per l'Arma  dei  Carabinieri  Reali  e  in  genere  per il  Regio  Esercito  italiano,  con
          buoni  frutti:  "la disciplina  non  lasciava  a  desiderare,  sia  per  parte  dei  militari
          dell'Arma che per parte dei gendarmi cretesi, i quali si  mostravano affezionati al
          servizio,  dando  prova  di  buona volontà  e di  zelo ...  il  reclutamento  degli  allievi
          gendarmi veniva fatto con accuratezza ... L'armamento e il vestiario erano completi,
          come pure lo erano gli oggetti di casermaggio occorrenti agli stessi ...  ". Così scriveva
          nell'ottobre  1899  lo  stesso  capitano  Craveri,  il  quale  continuava  nello  stesso
          rapporto:  "ciò premesso, essendo ben  avviate  le  cose,  non ritengo  più  indispen-
          sabile  la  mia  presenza  qui,  e  perciò  potrei,  senza  danno  per  il  completamento
          dell'organizzazione del Corpo, lasciarne il compito all'ufficiale che sarà destinato
          a rimpiazzarmi nel comando, cosa della quale, come da riserva fatta nel mio foglio
          n.  3383 dellO settembre u.s., vado a parlare a S.A.R. il  Principe Giorgio di Grecia
          a fine  di  poter essere  libero  verso  la  fine  del  corrente anno ... ".  Nell'ottobre del
          1899 Craveri, ritenuta appunto terminata la sua missione organizzativa, chiese di
          essere destinato nuovamente in Eritrea, donde era stato richiamato per la missione
          a Creta, chiedendone pure doverosamente il  permesso al  principe Giorgio che era
          formalmente  il  capo della gendarmeria.
              Intanto  nel  corso  del  1899  il  clima  generale  nell'isola  era  migliorato  e il
          principe Giorgio di  Grecia, che  aveva assunto per delega delle grandi  potenze la
          funzione di alto commissario dell'isola, aveva approvato senza difficoltà il progetto
          di organizzazione della gendarmeria e ne aveva confermato l'incarico al  capitano
          Craveri, che nominò comandante del  nuovo corpo.
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