Page 230 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
P. 230

LA  PARTECIPAZIONE  ITALIANA  ALLA  SPEDIZIONE  INTERNAZIONALE  CONTRO  I  BOXER...   221


         Africa non trovano più occasione di soddisfarsi largamente, hanno profittato della
         insistenza  di  un  Canevaro,  della  incoscienza  di  tutto  il  Governo,  per  rifare  in
         Cina,  su  più  larga  scala,  l'impresa  africana"( 13);  e  per  quello  che  concerneva  il
         Ministro Canevaro,  egli  si  era  dimostrato  reticente o  peggio:  "La politica estera
         nelle  mani  di  un  tale  uomo"  avrebbe  scritto  il  quotidiano  del  Psi,  "è  come  una
         macchina  esplosiva  nelle  mani  di  un  fanciullo"( 14 ).  "I  nostri  mezzi  economici"
         rincarava  "Il  Secolo",  quotidiano  del  partito  Radicale  "sono  deficienti  per  i
         bisogni di casa nostra. Perché dunque abbiamo a disperdere le nostre poche energie
         fuori  di  patria?"(15).  Dinanzi  ai  rischi  di  una  discussione  parlamentare  sulla
         delicata questione cinese e soprattutto dinanzi alla possibilità che venisse approvata
         una mozione dell'estrema sinistra che chiedeva il  ritiro delle navi italiane nelmar
         Giallo, il3 maggio 1899 il generale Pelloux rassegnò le dimissioni affermando che
         un ritiro delle navi italiane sarebbe equivalso alla perdita dell'onore nazionale: "Il
         solo  acconsentire"  avrebbe  dichiarato  il  Presidente  del  Consiglio  nel  corso  di
         un'agitatissima seduta "per parte nostra, che  fosse  messo in votazione l'eventuale
         ritiro  delle  nostre  navi  dal  mar  Giallo,  sembrò  a  noi  atto  talmente  disdicevole
         all'onore, alla dignità del Paese  ( ... ) che l'abbiamo senz'altro escluso"(16). In realtà,
         si  trattava di una crisi  pilotata che avrebbe avuto come principale vittima proprio
         il  Canevaro,  responsabile  della  confusa  vicenda.  Ottenuto  il  reincarico,  Pelloux
         sostituì  l'ammiraglio con  il  Visconti  Venosta  e  varò  un  governo  di  centro-destra
         per lo più composto da sonniniani e rudiniani, che Domenico Farini avrebbe definito
         come il  più conservatore dal  1876(17).  Il  tentativo del  secondo gabinetto Pelloux
         di trasformare le leggi eccezionali sull'ordine pubblico in definitiva svolta autoritaria
         istituzionalizzata scatenò le note reazioni dell'estrema sinistra e di parecchi deputati
         liberali sia di tendenza giolittiano-zanardelliana che persino di destra "legalitaria".
         La  risposta di  Pelloux all'ostruzionismo parlamentare fu  la  sospensione dei  lavori
         della Camera dal28 giugno al 22 novembre, fatto questo che sottrasse nuovamente
         alla classe politica la possibilità di seguire il  precipitare degli avvenimenti in  Cina.
             Pochi giorni dopo la riapertura dei lavori parlamentari, si  ebbe la discussione
         sul  bilancio  del  Ministero  degli  Esteri  e  la  situazione  in  Estremo  Oriente  fu
         nuovamente al  centro del  dibattito. Il  nuovo governo Pelloux, condizionato dalla
         presenza  del  centro  e  della  destra,  modificò  clamorosamente  le  posizioni  sulla
         Cina passando dalla politica espansionista del Canevaro alla strategia di penetrazione
         commerciale  del  Visconti  Venosta.  La  svolta,  per  molti  aspetti  sconcertante,  fu
         accolta  con durissime  critiche  dalle opposizioni  e da  molti  esponenti  della stessa
         maggioranza. "Dopo avere esposto con colpevole leggerezza il  paese a una guerra
         colla  Cina" scrisse  "l'Avanti!",  guerra che  poteva essere  il  segnale di  una confla-
         grazione europea, il  generale Pelloux quando si  vide costretto a una seconda sua
         incarnazione  per sfuggire  il  voto  contrario  clelia  Camera,  si  ritirò  precipito-
         samente dalla impresa così pazzamente iniziata"( I 8).  Gli  faceva eco nuovamente il
         radicale  "Secolo":  "( ... )  Quale  di  questi  due  uomini  si  è  ricreduto:  Pelloux  o
   225   226   227   228   229   230   231   232   233   234   235