Page 240 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA  PARTECIPAZIONE  ITALIANA  ALLA  SPEDIZIONE  INTERNAZIONALE  CONTRO  I  BOXER...   231


         sulla quale  la  morale,  la  giustizia,  il  diritto,  la  sana ragione insomma, crollano il
         capo rinvenendo in essa germi e piaghe tali  di corruzione e di  degenerazione da
         mettere in serio dubbio se sia una vera civiltà.  ( ... ) E che fra gli europei e i cinesi
         ci  sia  una  tal  eguaglianza  di  immoralità  ce  lo  prova  il  fatto  che,  là,  in  Cina,  la
         rivoluzione operata dai boxer contro gli stranieri è stata preparata ( ... ) con quelli
         stessi  metodi e mezzi con cui  l'Europa preparò le  sue  rivoluzioni:  con le  società
         segrete".  Con  un  parallelismo  inedito  e  assai  disinvolto  il  quotidiano  cattolico
         concludeva l'attacco affiancando carboneria, massoneria, il  "Grande architetto" e
          il  "Dio Mercurio", ai boxer, alle  società segrete cinesi e addirittura al  Budda(S8).
          Le energiche posizioni dell'opposizione cattolica e clericale scatenarono la reazione
          degli ambienti più laici dell'opinione pubblica italiana. "La Perseveranza", quotidiano
         ultra conservatore  milanese  vicino  agli  ambienti rudiniani  e al  Visconti  Venosta,
         commentando  successivamente  le  cause  del  conflitto  nell'Impero  di  mezzo  non
          aveva dubbi sulle  responsabilità cattoliche:  "Quella povera gente - i cinesi - era
          felice  da  secoli.  La  civilizzazione  venne  a  turbarla  ( ... )  Il  fatto  culminante  fu  la
          propaganda religiosa cattolica e protestante.  Perché non dirlo?  Un  po' alla volta
          i missionarii si  infiltravano nei  paesi cinesi convertendo intere popolazioni,  ed è
          con stupore che scopriamo oggi 'missioni' che sono padrone di città e viliaggi,,(S9).
          In seguito le  posizioni cattoliche si  stemperarono con l'evolversi della situazione
          dal punto di vista politico e militare e soprattutto con le  notizie inerenti alle vere
          o  presunte  stragi  di  missionari  cattolici:  ab  torto  collo  l'opposizione  clericale  e
          pontificia accettò l'iniziativa dell'odiato Stato liberale, non senza distinguere tra i
          soldati  italiani,  che  compivano  il  loro  dovere  di  cattolici  andando  a  salvare  i
          sacerdoti  e  i  missionari  nel  Celeste  impero,  e  il  governo  di  Roma,  animato  da
          cupidigia e saturo di materialismo negli obiettivi: "Non ascolti il soldato che salpa
          dal lido italico per il mare Giallo e i misteriosi lidi dell'impero Celeste, non ascolti
          il  liberale  e  l'ebreo  che  gli  additano  nel  missionario  cattolico  la  cagione  delle
          sommosse  chinesi;  il  liberale  è  bugiardo  e  calunnia,  sia  esso  o  moderato,  o
          radicale, o socialista, monarchico o repubblicano. Santifichi il soldato la sua missione
          col proposito di difendere i fratelli che laggiù propugnano la causa di Gesù Cristo,
          poiché  questa  è  la  causa che  conferisce  a  loro  il  diritto  contro  cui  i boxer  non
          possono opporre pretesto di sorta"(60).  Più che l'Italia, quindi, erano gli italiani -
          in quanto cristiani e cattolici - a raccogliere il sostegno delle componenti clerico-
          moderate,  le  quali  in  ultima analisi  leggevano  la  spedizione internazionale come
          l'ultima crociata in nome della Verità evangelica e contro i "pagani" cinesi.
              La  Camera sospese  i lavori il 9  luglio  per la  pausa  estiva  e,  salvo  la  seduta
          del  6  agosto  per la  commemorazione  di  re  Umberto  e  la  "Seduta  reale"  per  il
          discorso di Vittorio Emanuele, non si  riconvocò fino al 22 novembre. In tale data
          la  presidenza del Parlamento inviò un saluto a "quelle schiere di giovani animosi
          che  là  nell'Estremo  Oriente  tengono  alto  l'onore  della  bandiera  italiana"(61).
          I.:intervento del Ministro della Marina Morin andò oltre la  retorica, anticipando
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