Page 38 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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prestigio del vessillo nazionale ed il sicuro sviluppo del nostro commercio con
quelle regioni, possano rimanere inviolati.
In vista di ciò ed in presenza dell'altro bisogno, pur rispettabile ed urgente, di
cui è parola, la R. Amministrazione non potrebbe certamente esimersi dal fare in
modo che si provegga ad entrambi quei fini senza reciproco danno, e possibilmente
senza troppo ritardo per quanto riflette il nuovo proposto viaggio di esplorazione.
AI sottoscritto parrebbe che la soluzione pitl semplice di questo oggetto, possa
trovarsi nel disporre in anticipazione una nave che vada a surrogare a suo tempo
al Giappone la Principessa Clotilde, alla quale sarà pur necessario dare presto o
tardi lo scambio, e nell'affidare in parte alla nave medesima nel recarsi a quella
volta, ed in parte alla Principessa Clotilde nel ritornarsene, l'incarico di eseguire
le ricerche che ora interessa di condurre ad effetto.
Lo scrivente sarà grato al Ministro della Marina di fargli conoscere il proprio
avviso a questo riguardo, indicandogli l'epoca in cui possa, nel caso, effettuarsi il
divisato progetto, affinché vengano presi in tempo i necessari accordi circa
l'importante missione di cui si tratta"(45).
Nello scambio di corrispondenza tra i due dicasteri, la Marina fa osservare(46)
che per la Clotilde è prevista una sosta nei mari d'Oriente fino verso alla fine del
1870 e che per il 1869 "non fu portata sul bilancio la spesa d'una nave che vadi
a surrogare la medesima ( ... ) dovendo per regola le navi stazionarie all'estero
rimanere assente almeno 3 anni, come usasi da tutte le nazioni marittime".
Il Ministro della Marina, affermando che è "nell'impossibilità di assumere
l'incarico di far eseguire il proposto viaggio di esplorazione", tuttavia, "qualora
si voglia eseguire bisognerà chiedere un fondo supplettivo per questa missione al
Parlamento, ma adottando questa proposta prevede le difficoltà cui si avrebbero
ad affrontare se mai la delicata quistione venisse ventilata nella Camera, che stima
superfluo di enunciare a codesto Ministero".
Tre giorni dopo la spedizione della lettera perviene al Ministero una comuni-
cazione del comandante Racchia(47): accennando alcune considerazioni sull'itinerario
e sulle previsioni di arrivo a Yokohama, "siccome poco o nulle sono le relazioni
commerciali degli Europei col Giappone durante i mesi invernali, particolarmente
poi degl'Italiani" il Racchia propone "che l'inverno dal 68 al 69 fosse dalla Clotilde
impiegato a visitare: punti principali della costa meridionale della China, i principali
punti delle isole Filippine e delle Indie Neederlandesi per trovarci alla fine di
Aprile del 69 od ai primi di maggio al più tardi sulla costa giapponese ( ... )".
Il Ministero della Marina, però, sollecita il Racchia perché raggiunga
Yokohama, stante la poco chiara situazione giapponese ("La guerra civile che
attualmente infierisce nell'Impero rende indispensabile la presenza di un legno
da guerra italiano che all'occorrenza possa proteggere interessi vitali per la
nazione in generale"). Nessuna richiesta relativa ad esplorazioni viene fatta in
questa occasione(48).