Page 41 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LE CAMPAGNE OCEANICHE DELLA REGIA MARINA 33
Il rapporto che io le domando dovrebbe contenere una descrizione della
località che si vorrebbe scegliere e ciò avuto riguardo tanto delle condizioni
geografiche ed idrografiche, alla situazione politica attuale del territorio, alle sue
condizioni economiche ed alle difficoltà che si dovrebbero vincere per istabilirsi
e mantenersi.
Lo stabilimento che l'Italia vorrebbe fondare dovrebbe essere capace di almeno
dieci a quindici mila deportati e dovrebbe per la fertilità o per altre produzioni
naturali del paese fornire alla numerosa colonia i necessari mezzi di sussistenza.
Anche la quistione della salubrità del paese da scegliersi vuoI essere tenuta
in conto acciocché la deportazione non divenga pena più grande ed inumana pel
condannato e causa di mortalità deplorevole nei funzionari e nelle truppe destinate
alla custodia dello stabilimento.
Gradisca, signor Comandante, i sensi della mia distinta considerazione"(54).
Qualche giorno dopo(55) il Ministero della Marina assicura il collega degli
Esteri, che:
"nel rammentare al sig. Comandante della piro-corvetta "Principessa Clotilde"
al Giappone, lo scopo principale della sua missione, quello cioè di accrescere
prestigio ed autorità ai RR Agenti in quelle contrade"
gli comunicava la probabilità di un prossimo viaggio in quelle zone e a Bangkok
e a Rangoon del Ministro d'Italia residente; ma non potendo attuarsi, come già
anticipato, l'invio di una nave nelle Indie orientali, autorizzava il comandante ad
una diligente esplorazione sulle coste di Borneo per lo stabilimento della colonia
peni tenziaria.
Un mese dopo il Ministero degli Esteri si fa vivo, informando il collega della
Marina che il governo danese aveva emanato già nel 1848 una comunicazione di
abbandono delle isole Nicobare nell'Oceano Indiano. Il Governo inglese "malgrado
la dichiarazione di abbandono esitò di prendere possesso di quelle isole e stimò
prudente di farsene cedere regolarmente il possesso del Gabinetto di Copenhagen.
( ... ) [che] aderì a siffatto desiderio mediante una dichiarazione del 2 dicembre
1868, non senza osservare, però, che codesta dichiarazione, fatta dopo una precedente
dichiarazione d'abbandono non avrebbe potuto pregiudicare il diritto di terzi che
nel frattempo si fossero impossessati delle isole Nicobare come di "l'es derelicta".
Nel caso dunque, che le esitazioni della Gran Bretagna si protraggano
ancora, e nel caso soprattutto, che quelle isole fossero giudicate di conveniente e
vantaggioso possesso, nulla osterebbe a che dal R. Governo di procedere alla
occupazIOne.
Epperò il sottoscritto prega l'onorevole collega della Marina di voler considerare
se alla "Principessa Clotilde" attualmente di stazione al Giappone, si possa
commettere l'incarico di visitare, nel più breve termine possibile, le isole Nicobare,
e di riferire al R. Governo intorno alla convenienza o meno di acquistarne col
possesso il dominio "(5 6).