Page 46 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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            orientali  dell'isola  di  Borneo,  sempre  quando  però  lo  consentano  le  condizioni
            politiche del  Giappone,  ed  ultimata che sia  la stagione bacologica in quel  Paese.
                 Importerebbe  tuttavia allo  scrivente  di  conoscere  se  la Principessa  Clotilde,
            compiuta  che  abbia  quella  esplorazione,  possa  nel  suo  ritorno,  senza  spese  ed
            inconvenienti soverchi, recarsi a Bangkok, dove sarebbe a desiderarsi che la bandiera
            italiana potesse apparire non fosse  che per brevissimo  tempo.
                 Qualora  ciò  possa  effettuarsi  il  sottoscritto  si  riserverebbe  di  vedere  quali
            speciali istruzioni si abbiano ad impartire al capitano di quella nave, queste istruzioni
            potrebbero essere mandate anche quando egli fosse  partito per Borneo, ed inviate
            a Singapore od in altro punto da concertarsi dove potessero venir più facilmente
            ritirate dalla Principessa  Clotilde  nella sua andata a  Bang-Kok.
                 Il  sottoscritto starà attendendo in  proposito un  cortese e sollecito  riscontro
            da codesto Ministero".
                 Il Ministro della Marina "rilancia" al comandante Racchia quanto comunicato
            dagli  Esteri,  informandolo che  "un duplicato  di  questa lettera è stato spedito ad
            Hong-Kong come da desiderio espresso  dalla S.V. (72)".
                 La documentazione, in archivio termina con la lettera che alla fine di  ottobre
            il Ministro della Marina invia agli Esterj(73) in cui, oltre ad inviare copia del rapporto
            del  Comandante  Racchia  inviato  in  data 3 settembre  e  confermare  le  istruzioni
            del 13  ottobre, specifica che a Saigun troverà le  istruzioni "per recarsi a Bangkok
            per stringere un  nuovo trattato di  commercio con quel  Governo".
                 Nel rapporto del 3 settembre(74) il comandante Racchia illustrava le condizioni
            precarie del Ministro De La Tour, impedito di camminare e la possibilità della sua
            sostituzione con il  Ministro conte Fé  "presso la  Corte di  Pekino.  A parere mio  è
            questa una saggia  misura giacché  era pressoché  impossibile  che una sola persona
            per quanto capace ed attiva potesse convenevolmente disimpegnare contempora-
            neamente le  due cariche di  Ministro cioè a Yedo  e Ministro a  Pechino".
                 Il comandante Racchia, tenuta presente la situazione locale nei confronti delle
            altre nazionalità presenti  nella  regione,  ritiene  che
                 "I sacrifici  che  il  paese  è  chiamato  a  fare  per decorosamente provvedere a
            queste  due  rappresentanze,  saranno  ne  sono  convinto  per portare  in  un  tempo
            non lontano vantaggi immensi al  nostro commercio marittimo il  quale immanca-
            bilmente  prenderà  un  esteso  sviluppo  in  questi  mari  appena la  navigazione  del
            Canale Marittimo di  Suez  diventerà una cosa  pratica ed  effettuabile  con  facilità
            e  comodo.  Ora  che  da  un  anno  mi  trovo  a  soggiornare  in  questi  mari  non  so
            veramente persuadermi come gl'Italiani  che  posseggono  in  gran  numero  buone
            e solide  navi  a vela,  eccellenti  marinai  induriti  dalla vita  faticosa  ed educati  alla
            dura  scuola  del  Mal'  Nero,  Danubio,  e  della  Manica,  non  abbiamo  ancora
            abbandonato quei  pochi  fruttevoli  mercati  per quelli  ben migliori  della  China e
            delle  Indie  non  foss'altro  che  per  il  commercio  di  cabotaggio  fra  questi  paesi
            compresovi il Giappone ... Ad assicurare quest'avvenire alla nostra Marina Mercantile,
            il  R.  Governo non poteva meglio agire che inviando sul luogo Ministri e Consoli
            intelligenti ed  operosi".
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