Page 421 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA  J\IISSIONE  AERONAUTICA  ITALIANA  IN  ARAIIIA  SAlJDITA  (1935-39)   411

          in  Saudia,  superando  con  notevole  tatto  e  competenza  difficoltà  ambientali  e
          organizzative, lottando tenacemente contro le  insidie del clima e della propaganda
          politica avversa, riusciva a svolgere una solerte intelligente attività per l'istruzione
          dei  piloti e  l'apprestamento dei  mezzi  per la  nascente aviazione saudiana"CI23).
              Nonostante  l'esperienza  in  colonia,  o  forse  per  la  difficoltà  a  comprendere
          la differenza tra quella ed un paese indipendente, anche Gori Savellini non si adattò
          facilmente al  duro ambiente, lamentando subito le  "pessime condizioni igieniche"
          della  casa che era stata a suo  tempo affittata  per Ciancio(\ 24).  Dal  punto di  vista
          professionale, invece, il  Ministro Suleiman apprezzò molto i dettagliati rendiconti
          mensili  sull'attività  svolta  ed  i consumi,  nonché  la  programmazione  dell'attività
          futura  illustratagli  in  traduzione  araba  la  sera  del  30  ottobre:  anche  il  Ministro
          plenipotenziario italiano Sillitti riconobbe che tali relazioni rafforzavano la statura
          del  capo Missione(125l.


          La chiusura  della Missione

               A  fine  anno,  dopo  molti  tentativi,  Gori  Savellini  riuscì  ad  avere  un  lungo
          colloquio  con  Suleiman,  cui  fece  seguito  un  sopralluogo  in  aeroporto (26 ).  Da
          questi incontri scaturì la proposta di riunire tutti i mezzi ed il personale dell'aeronautica
          "agli  ordini diretti del  Capo di  questa  missione",  che  avrebbe  mantenuto contatti
          diretti con il  Ministro delle Forze Armate; attrezzaggio della scuola per ricevere 30
          allievi  piloti, con presentazione dell'elenco dei  materiali necessari, esclusi i velivoli
          per  i  quali  per  motivi  economici  si  prevedeva  solamente  la  revisione.  La  nuova
          scuola sarebbe stata diretta da Gori Savellini  in  divisa  saudita.
               Nel  trarre un bilancio del  funzionamento  della  Missione,  nel  gennaio  1939
          il  Ministro  Sillitti  osservava  come  "non  sarebbe  opportuno  [ ... ]  subordinare  la
          continuazione  della  nostra  Missione  alla  realizzazione  di  un  rapido  sviluppo
          dell'aviazione locale. Le condizioni ambientali escludono una simile realizzazione,
          e non resterebbe allora che perdere completamente la  nostra attuale posizione. A
          mio  avviso  è nel  nostro  interesse e  nel  nostro  prestigio  non perdere la  posizione
          che  oggi  abbiamo  qui  nel  campo  dell'aviazione,  ed  ogni  sforzo  va  fatto,  ogni
          sacrificio va sostenuto per migliorarla quanto più possibile e per acceler~re i tempi
          del suo sviluppo, compatibilmente con  le  condizioni  ambientali"(\27).
               In  tale  situazione  di  stallo,  Cori  Savellini  richiese  di  potersi  recare  a  Roma
          per consultazioni:  il  Ministero  dell'Aeronautica  respinse  la  richiesta,  invitandolo
          a  "perseverare  sempre  nella  tenace  ed  operosa  attività  svolta  finora"(12S).  Nella
          situazione economica saudita,  di  cui  considerava le  prospettive di  miglioramento
          per i proventi derivanti dal  petrolio, Sillitti suggeriva di accettare vendite di  aerei
          anche  con  pagamenti  rateali CI29 ).  Il  3  marzo  1939  la  proposta  fu  accolta  dal
          Ministero, che si  disse inoltre disposto ad accettare la  frequenza gratuita di  allievi
          sauditi all'Accademia Aeronautica ed attendeva un preventivo per la revisione degli
          aeroplani della  missione(130).
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