Page 121 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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72 Momenti della vita di guerra
tentativo. Finché c’è vita dobbiamo darla. Giorno per giorno la mia convinzione si fa
più forte, più chiara, Di tutte le guerre che si combattono, la nostra è l’unica veramente
ideale. Se il mio destino è segnato nel libro dove tanti e tanti più meritevoli di me sono
ora compresi, e sia! ne sarei felice. Penso fin d’ora che ho dato tutto quello che potevo,
e, se merito ne avessi, a te, alla mamma, a tutta l’educazione alta e morale che mi avete
data, la gloria del mio sacrifizio: sia pure esso un sacrifizio di poco conto! 34
Ritornò in linea al Passo della Borcola, nella sua antica compagnia e si sentì rinascere.
(Z. d. g., 26 luglio ’16, alla signora Laura Marsuzi). L’entusiasmo, la volontà di
vincere, ogni sentimento più nobile rifioriscono nell’anima mia a contatto dei miei
soldati magnifici, sulle mie montagne belle .
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Dei suoi alpini in guerra disegna forti profili, come d’antiche medaglie.
(30 luglio ’16, ai genitori). Oh, papà e mamma, se li vedeste anche voi questi uo-
mini maturi, posati, con barbe di tutte le forme e di tutti i colori, l’occhio stanco, ma
sereno e calmo, il viso dimagrito, ma forte nella sua ossatura maschia e nel bronzo
della sua pelle, se li vedeste, dico, vi sentireste dominati da una commozione intensa
e vi avvicinereste a loro quasi con venerazione!…
Non si potrà mai dire abbastanza bene di questi nostri soldati. Sono loro che hanno
salvato questa Italia nostra! Italia forse ingrata, papà. Ho tanta amarezza nell’anima, per
quello che ho visto negli ospedali, e per le vie di città popolose. E qui, tra i miei soldati,
vicino alla linea che scende e sale ininterrotta tra picchi e selle e valichi formando una
barriera sicura, qui dove la guerra si sente pulsare vicina, mi pare di respirar meglio .
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S’immedesima col paesaggio della guerra alpina, in una pace spirituale, sognante,
sino all’oblio della guerra.
(6 agosto ’16, alla signora Arullani). Sento in me una gran forza unita ad una mitez-
za di sentimenti, così profonda che quasi penso di essere sotto la protezione di Dio. Ieri
sera stetti a lungo guardando il cielo che ogni tanto si rigava di lunghe silenziose stelle
cadenti. Nella gran pace pregai per tutti e spero di essere ascoltato. Se succedesse qual-
cosa non avrei che un rimpianto: non aver saputo, forse, nel passato, godere abbastanza
il tesoro dell’affetto di tutte le persone care .
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(13 agosto ’16, alla mamma). Sono alla sommità di un canalone che ha le pareti
ripidissime, nude, e si apre sulla valle del P…, verde, folta di faggi, ma desolata e
tristissima. Di giorno infatti nessuno può passare sulla strada bianca, tutta rotta,
che scende e scompare bruscamente ai nostri occhi, al termine del canalone. Solo la
notte riprende la vita laggiù. E fin qui arriva l’eco, allora, delle lunghe colonne invi-
sibili delle salmerie che portano i viveri ai nostri centri di rifornimento. S’indovina
il loro passaggio con l’impressione di un continuo rotolare di sassi sul greto di un
fiume. Le notti sono chiarissime, la calma non è rotta che dalle fucilate delle vedette,
che sparano per farsi sentire e per non essere sole nel silenzio. Tutt’intorno, quando
salgo proprio sull’ultimo cocuzzolo della trincea, non vedo che un’immensa corona
di creste frastagliate, nere, contro il cielo chiaro: ogni tanto su quel nero brilla una