Page 145 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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          nelle lettere alla madre. E alla madre proibisce, per ritroso pudore dei moti suoi intimi,
          di far leggere le lettere ad altri che non siano il padre e il nonno.
             Alla morte era già pronto. Il 27 giugno aveva già scritto il suo testamento, in cui,
          ravvivando nella sua singolare psicologia i motivi platonici dell’immortalità prendeva
          congedo dalla madre.

               Sii forte, mammina; dall’aldilà, ti dice addio, a te, a papà, ai fratelli, a quanti mi ama-
             rono, il tuo figlio che dette il suo corpo per combattere chi voleva uccidere la luce .
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             Venne il giorno in cui la guerra si ridestò anche nel settore agordino. Enzo Valentini uscì
          all’assalto con la sua compagnia. Doveva attraversare un vasto tratto di valle per giungere alla
          trincea nemica. Correva dinanzi a tutti. Una pallottola lo colse e abbatté dinanzi alla mon-
          tagna impassibile il giovinetto poeta che l’aveva fusa col momento sublime del suo cuore.
             Gli uomini spiritualmente già formati erano spesso taciturni. Avevan l’animo rivolto
          alle opere intermesse: operavan come chi accorre ad arginare una rovina pubblica: eran
          seri, contratti nelle preoccupazioni dell’ora, energici.

               Per il resto il nostro destino stabilito, né voi da lontano potete in qualche modo
             cambiarlo. Perciò la vostra cura sia come per lo passato rivolta con la stessa intensità
             al governo dell’azienda e alla prosperità dei nostri interessi. Poiché l’ansia e il dolore,
             a nulla servendo, distolgono la mente e le forze da altre attività utili e proficue .
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             Così scriveva il 3 agosto ’15 il dottore Emilio Ricci alla madre: e il 20 dello stesso
          mese, una settimana prima che una granata l’uccidesse mentre curava i feriti, insisteva
          quasi duramente:

               (20 agosto ’15). È inutile che mi parliate d’angosce di cuore, di ritardi di noti-
             zie. Ve l’ho detto e ripeto: non pensate a noi: mentre noi penseremo a scampare da
             questo flagello, voi pensate alla roba. È chiaro? .
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             Ma si avrebbe torto a considerare aridità spirituale quest’atteggiamento; che qualche
          anno prima, fra gli studi di medicina il Ricci aveva poeticamente sognato i momenti
          grandi della vita e riaccompagnato gli eroi del ’99 napoletano combattenti al forte Vi-
          gliena e al ponte della Maddalena, e su echi leopardiani aveva cantato:

                                        Giace virtù sepolta
                                   nel torpido oziar, ma ove baleni,
                                         ricinta di perigli,
                                       la gloria, ivi, fugando
                                 gli altri studi, gli affetti e la vaghezza
                                del vivere, si scuote e il cuor guadagna,
                                  e di sé riempiendolo il sublima .
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