Page 150 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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I giovinetti 101
Il piccolo artigliere si eccita nel rombo dei pezzi e li personifica:
(24 maggio ’16). … i nostri amici di fianco, i 149, borbottano sempre, ad inter-
valli, e sono più pettegoli d’una donnetta di campagna .
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Con lo stesso candore descrive i moti dello sgomento e della paura.
(23 maggio ’16, allo zio). Quello che fa realmente paura e che ci fa cambiare tutti
di colore cominciando dal capitano, è l’arrivo dei 305. Maledetto lui e tutti i suoi
antenati! Urla come un lupo! .
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Ad uno zio descrive l’angoscia d’una raffica d’artiglieria nemica che ravvolge tutta la
batteria in un turbine di morte.
(26 maggio ’16). Ci scoppiarono attorno ai pezzi ben 28 granate a doppio effetto
da 152. Me la son vista brutta, assai brutta, e mi ero rassegnato a morire lontano,
purtroppo, dai miei. Che momenti, zio! Un pezzo di scheggia mi sfiorò la testa all’al-
tezza di due o tre centimetri. Una pietra lanciata a tutta forza mi cadde fra i piedi.
Ero rassegnato, sai: avevo tirato fuori dal mio portafogli i ritratti di papà e mamma e
aspettavamo tutti che allungassero il tiro di dieci metri e poi eravamo all’altro mon-
do. Basta. Povero papà mio! Per carità, non dir niente in famiglia… .
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Ma il primo a contravvenire a questo divieto è lui stesso, che non sa resistere alla
tentazione di narrare la grossa avventura in una lettera al padre.
Giungono intanto notizie tristi dal Trentino, nel maggio 1916. Il Comin si eccita e
si sdegna, come se si violasse una regola di giuoco, quasi non arrivasse a concepire che
in guerra possa accader qualcosa di diverso dal vincere.
(30 maggio ’16). Sono invaso da furore bellico, da che leggo che nel Trentino si
retrocede, che non sto più in me dalla rabbia. Ma che si fa? leggete i comunicati? Se
continuano così, faccio domanda subito di passare a Schio. Voglio piuttosto morire,
fulminato da una granata, che vedere il mio Veneto invaso. Tu non sai, papà, che
rabbia mi roda.
Non penso più a niente, ho l’animo esaltato e vorrei solo trovarmi a tu per tu con
quelle canaglie .
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E trasfonde questo suo furore nei duelli d’artiglieria, di cui dà una focosa descrizione
al padre.
(5 giugno ’16). Ieri avemmo un bombardamento in piena musica ed oggi per
due ore era stato ricominciato, ma con noi non si scherza tanto, e giù fuoco, fuo-
co, fuoco. Shrapnels, granate italiane, francesi, e shrapnels ancora, batteria fuoco!
sezione attenti! 2 ettometri in più, 3 in meno, dieci millesimi in meno di direzione:
fuoco!! E giù: dall’osservatorio in prima linea il nostro tenente ci telefonava: va
bene, siete giusti, scoppiano bene, un po’ meno alti quegli shrapnels, fuoco! ma-
ledetti! Sparavamo e ci rispondevano coi grossi calibri: sì, ma chi stava attento alle