Page 57 - Repertorio degli Ufficiali dei Carabinieri Reali 1814-1871
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            2 definitive e 13 provvisorie” . E ciò rappresentava senza dubbio un successo, in
            quanto si evitava un inutile depauperamento del personale e soprattutto non si ridu-
            ceva drasticamente il livello di percezione della sicurezza come era stato avvertito
            nel periodo precedente.
               Per ciò che riguarda, invece, la situazione interna del Regno si deve ricordare
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            la rivolta di Genova nell’aprile del 1849 e le conseguenze per il Corpo . La solle-
            vazione genovese costò infatti la vita del maggiore cavaliere Ceppi di Bairolo, che
            fu assassinato nella Chiesa di S. Giovanni. Anche alcuni carabinieri rimasero feriti
            negli scontri e nel ripristino dell’ordine pubblico condotto da “un corpo di truppa
            agli ordini del generale Alfonso La Marmora con poteri straordinari, e la rivolta fu
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            in breve domata, sebbene con spargimento di sangue” . Furono anche conferite
            alcune ricompense per il comportamento tenuto durante la Campagna del 1848 e
            quella del 1849; in particolare per quanto riguarda quest’ultima furono conces-
            si “al Tenente Arioli Carlo e Sottotenente Pollini Angelo: la menzione onorevole
            per il contegno coraggioso nei fatti di Genova; ai Carabinieri Gibaudi Giovanni e
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            Fontana Stefano: la stessa per i fatti di Genova” . È evidente come l’impiego dei
            Carabinieri Reali che abbandonarono la città di Genova e quella di Chiavari dopo
            che gli insorti si erano sollevati riuscì a non far eccitare ulteriormente gli animi dei
            rivoltosi, raffreddati poi definitivamente dall’intervento del generale La Marmora.
            È importante ricordare anche un’altra questione. Le aspettative sul piano politico
            avevano spinto numerosi militari in servizio negli stati preunitari ad abbracciare
            la causa italiana, cosa che, al termine della guerra, ebbe conseguenze facilmente
            immaginabili per quanto riguarda i corpi ad ordinamento militare che svolgevano
            compiti di pubblica sicurezza nei territori occupati dai Sardo-piemontesi o solle-
            vatisi a favore della causa d’indipendenza italiana. In questa sede si deve sottoli-
            neare che gli ufficiali compromessi furono assorbiti in qualche modo anche dai
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            Carabinieri Reali . Così Lodovico Ballerini, Giovanni Mondi, Napoleone Hazon,
            Guglielmo Boschetti e Angelo Pollini provenivano dai dragoni parmensi, Giacomo
            Cornelli, Carlo Rosati parmense di nascita, Giuseppe Cesani, Evangelista Dilda,
            Carlo Arioli, Pietro Molina, Giuseppe De Gradi e Giosué Colombo dalla gendar-
            meria lombarda, mentre Sante Francesco Feretti proveniva dalla gendarmeria mo-
            denese. Nella maggior parte dei casi, si trattava di militari dei corpi sopraindicati
            che avevano svolto la propria carriera all’interno di questi. Solamente per Rosati
            e De Gradi si può parlare di nuovi ingressi nelle forze dell’ordine in relazione alla



            112  a. calanca, Storia dell’Arma cit., 1I° vol. Dal 1848 al 1900, p. 54.
            113   richard Bach JenSen, Liberty and order – The Theory and Practice of Italian Public
            Security Policy, 1848 to the Crisis of 1890s, New York & London, Garland Publishinga,
            1991, p. 16.
            114  r. denicotti, Delle vicende cit.,  p. [71].
            115   M. MUrat, Il Carabiniere cit., p. 78.
            116   Ruolo matricolare cit., ad vocem.
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