Page 65 - Repertorio degli Ufficiali dei Carabinieri Reali 1814-1871
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LXIV RepeRtoRio degli ufficiali dei caRabinieRi Reali 1814 - 1871
nuovo organismo sull’Isola si possono ricordare alcune questioni. Principalmente,
si rese necessario accettare la maggior parte degli ufficiali in ogni caso considerati
conoscitori della realtà locale e quindi detentori di un patrimonio che non poteva
essere disperso con il mutar d’uniforme, ma che doveva necessariamente costituire
la base di partenza per la riorganizzazione. L’adesione del modello indicato dai
regolamenti dei Carabinieri Reali ebbe sicuramente qualche impatto negli ufficiali
che vi transitarono, ma c’è anche da dire che la distribuzione capillare sul territorio
favorì disgraziatamente la morte di non pochi colpiti dal colera o per altre cause.
Così il maggiore comandante di Sassari, Giovan Battista Rebaudengo, il capitano
Domenico Gatti, il parigrado Domenico Maggiorino Bruno, i sottotenenti Lorenzo
Chiama, Baldassare Antonio Isaja sempre a Sassari e altri. Ugualmente il capita-
no Luigi Osio decedette ad Alghero per “acuta gastritide con dolori reumatici”, il
parigrado Giacinto Bonetto a Cagliari per febbri, il sottotenente Benedetto Ballero
a Cagliari per polmonite, il chirurgo maggiore in primo di prima classe Nicolò Ma-
rini a Tempio Pausania per “Idro Pericardite”, il luogotenente Giuseppe Zandrino
a Genova “mentre era colà di passaggio di ritorno di licenza di convalescenza”, il
a
medico di reggimento di 1 classe Giovanni Maria Solinas, anch’egli a Genova. Si
deve rilevare come in particolare il male colpì duramente gli ufficiali, i quali pure,
rappresentando una parte della società definibile quantomeno benestante, godeva-
no, almeno in teoria, di condizioni di vita ben superiori alla media.
d. Gli ufficiali tra l’esercito di camPaGna e i Plebisciti
I Carabinieri Reali, sulla base dell’esperienza vissuta nel corso della campagna
1848-1849, mobilitarono il personale destinato alle successive campagne. Un auto-
revole storico dell’Arma così si espresse in proposito: “La spedizione di Crimea, la
campagna del 1859 in Lombardia, quella del 1860-61 nelle Marche e nell’Umbria
e nell’Italia meridionale, le ultime battaglia per la liberazione di Venezia e di Roma
trovano i carabinieri fra gli altri combattenti o impiegati nell’arduo delicato ser-
vizio di informazione, sentinelle perdute tra le colonne nemiche o a tergo di esse,
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spiarne i movimenti e riferirli” . Va sottolineato che il Corpo non impiegò per
quelle esigenze dei reparti costituiti “ex novo”, ma inviò nei vari fronti di guerra
militari che già prestavano servizio nel territorio del Regno, non senza ripercus-
sioni negative nell’azione di contrasto alla criminalità. Per la campagna del 1859
furono mobilitati 10 ufficiali e 107 tra sottufficiali e carabinieri, distribuiti presso
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il Gran Quartier Generale e presso le divisioni . Ciascun contingente dipendeva
dall’impiego direttamente dal comandante della rispettiva grande unità e, analoga-
133 coMando generale dell’arMa dei caraBinieri reali, Vecchia Arma Fedele cit., p. 14.
134 Vincenzo pezzolet, Il Corpo dei Carabinieri Reali tra compiti istituzionali e di ‘intelli-
gence’, in Atti del Convegno Nazionale CISM – 150° anniversario della II Guerra d’Indi-
pendenza, Roma, 2010, pp. 127-135. Il generale Pezzolet riporta i nomi degli ufficiali che
ebbero un incarico di comando nel corso della campagna.