Page 141 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Controguerriglia e Controllo del territorio
Del resto il problema da risolvere era quello del dominio e del controllo di
ampie distese di territorio, compito a cui poteva provvedere nel migliore dei modi
proprio la sezione avio, ragion per cui era scontato che il comando competesse
a un capitano pilota. Non appena infatti gli equipaggi avessero acquisito
una buona conoscenza del terreno, sarebbero stati in grado di individuare
tempestivamente qualunque situazione meritevole di attenzione, fornendo
le informazioni necessarie a guidare l’intervento dei plotoni autosahariani e
ad appoggiarlo dall’alto. In questo modo sarebbe stato negato all’avversario il
vantaggio del fattore sorpresa e nella cooperazione tra la pedina aerea e la pedina
terrestre si sarebbero esaltate le caratteristiche di entrambe. A ciò era finalizzata
la scelta di un tipo di velivolo quale il Ca.309 Ghibli, progettato per soddisfare le
specifiche esigenze delle operazioni coloniali e idoneo sia come ricognitore che
come bombardiere leggero. Quanto ai meharisti, Pintor riconosceva ancora una
loro ragion d’essere in relazione a compiti di pattuglia, di scorta alle carovane
e di sorveglianza dei pozzi, ma nel considerarli soprattutto i custodi della
tradizione lasciava intendere quanto il loro ruolo fosse ormai marginale. Il futuro
apparteneva alle nuove compagnie sahariane, delle quali, dopo averne richiamato
l’organico e lo schieramento sul terreno, veniva sottolineata l’importanza come
esperimento di integrazione tra forze aeree e forze di terra.
Il futuro avrebbe dimostrato che la strada da percorrere era ancora lunga, ma
questo nulla toglie al carattere innovativo dell’iniziativa di Balbo. L’impiego del
mezzo aereo nell’ambito di operazioni coloniali non era certo una novità nella
seconda metà degli anni ’30, e tutte le principali potenze avevano maturato in
proposito una significativa esperienza, ma il velivolo aveva di solito avuto un
ruolo di supporto alle forze di terra. Il Battaglione Sahariano andava ben oltre
una tale impostazione e rappresentava piuttosto un’evoluzione di quel concetto
di Air Control che la Royal Air Force aveva introdotto all’inizio degli anni Venti.
Nel 1936 e nel 1937, finito ormai il tempo delle grandi operazioni coloniali,
per quanto si può ricostruire dalle scarne notizie riportate nelle sue memorie
storiche, l’attività del Battaglione Sahariano fu rivolta all’espletamento di funzioni
di polizia interna e di confine nelle vaste regioni desertiche del Sahara Libico,
all’addestramento d’assieme delle sue diverse componenti e a quell’organizzazione
preliminare del territorio che era uno degli elementi dell’attività di sorveglianza
e controllo. In quest’ambito venne curato l’attrezzamento delle rotte aeree
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che collegavano le diverse località dell’interno con la preparazione di campi di
fortuna lungo il loro tracciato, e nel 1937 in particolare il battaglione attrezzò
le rotte Gadames-Brach, Gadames-Ghat e Hon-Cufra. Tra Hon e Cufra poi,
152 Comando 1° Battaglione Sahariano, Memorie Storiche per l’Anno 1937 XV-XVI, AUSSMA,
Memorie Storiche.
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