Page 155 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Controguerriglia e Controllo del territorio

            unità, certamente innovativo e di sicuro interesse in relazione alle caratteristiche
            geografiche  del  territorio  della  Libia  e  delle  colonie  vicine.  Il  trasporto  in
            volo venne prima studiato in relazione a una brigata di fanteria, ma quando si
            ebbe la certezza di poter disporre di quattro stormi da bombardamento, per
            un totale di cento velivoli, fu pianificato il trasporto di un’intera divisione sia
            pure con organici ridotti. In pochi giorni il trimotore S.81, in dotazione agli
            stormi da bombardamento, fu adattato a questo particolare impiego studiando la
            distribuzione delle truppe, delle armi e dei materiali in relazione al carico utile del
            velivolo e al suo centraggio, nonché agli spazi disponibili. Dopo diversi tentativi
            e alcuni voli prova, il problema venne risolto concentrando il carico nella parte
            anteriore della fusoliera, ricavando lo spazio necessario con lo smontaggio dei
            cestelli per le bombe e della torretta mitragliatrici inferiore, e applicando delle
            passerelle e delle sagome per consentire il posizionamento di uomini, armi di
            reparto, motociclette e cannoni.
               Questi  esperimenti  portarono  a  fissare  il  carico  di  ogni  S.81  in  2000
            chilogrammi,  corrispondenti  a  20-25  uomini  armati  ed  equipaggiati,  o  un
            cannone da 65/17 scomposto nei cinque elementi regolamentari con 10 serventi
            e  8  cassette  munizioni,  o  una  motomitragliatrice  e  15  uomini,  mantenendo
            un’autonomia di 500 chilometri con quattro uomini di equipaggio. La divisione
                              a
            di  formazione,  58 ,  sarebbe  stata  organizzata  in  comando  di  divisione,  un
            reggimento paracadutisti, un reggimento di fanteria nazionale, un reggimento di
            fanteria libica, un gruppo d’artiglieria libico su tre batterie da 65/17, un plotone
            motomitraglieri  con  20  motociclette,  una  compagnia  del  genio,  un  nucleo
            chimico, un nucleo di sanità, un nucleo sussistenza, per un totale di circa 2000
            uomini. Nell’ottica di quell’integrazione aeroterrestre da lui sempre perseguita,
            Balbo volle poi che il ruolo di vicecomandante e comandante delle forze aeree
            da trasporto fosse affidato a un generale di brigata aerea.

               Secondo il quadro di situazione proposto dalla direzione d’esercitazione il
            partito rosso, dopo aver invaso la Tripolitania lungo le due direttrici della strada
            litoranea e di quella gebelica, era stato fermato sulla costa davanti a Zuara, da cui la
            decisione di esercitare lo sforzo risolutivo nella regione di Jefren, nel Gebel, mentre
            reparti coloniali si fronteggiavano nella pianura della Gefara, arida e stepposa,
            mantenendo il collegamento tra le due ali.  Il ruolo del partito invasore, partito
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            rosso, era svolto dal XX Corpo d’Armata, su tre divisioni di fanteria autoportate,
            una delle quali supposta, una divisione di fanteria aerotrasportata di formazione,
            un gruppo tattico libico, con l’appoggio di uno stormo da bombardamento, un
            gruppo d’assalto e uno di aviazione coloniale. Il partito azzurro, operante in


            165   Governo  Centrale  della  Libia,  Comando  Superiore  Forze  Armate  Africa  Settentrionale,
               Esercitazioni Anno XVI in Libia (XI-XXIV maggio 1938 – XVI). Relazione, AUSSMA.


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