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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
difesa, aveva una struttura delle forze imperniata sul XXI Corpo d’Armata, con
tre divisioni autoportate e un gruppo tattico coloniale, e una componente aerea
costituita da uno stormo da bombardamento, un gruppo da caccia e uno di
aviazione coloniale. Tutte le unità, a parte la divisione aerotrasportata costituita
per l’occasione, avevano gli organici e le dotazioni del tempo di pace, ma a ogni
divisione erano stati assegnati in rinforzo 250 automezzi. Inoltre due battaglioni
libici erano stati portati sul piede di guerra per un esperimento di mobilitazione,
e sempre con il ricorso a personale richiamato era stato costituito il III Gruppo
Squadroni Spahis, a disposizione della direzione d’esercitazione insieme a due
battaglioni di camicie nere, uno dei quali supposto, al reggimento paracadutisti
libici Fanti dell’Aria e a due stormi da bombardamento provenienti dall’Italia.
Nel complesso si trattava di 25.000 uomini, 4000 dei quali libici, con 2400
quadrupedi, 3000 automezzi e 180 velivoli.
La prima fase delle manovre che si sviluppò tra l’11 e il 18 maggio con il
trasferimento da Bengasi alla zona di Azizia del XXI Corpo d’Armata vide
l’intervento di forze navali e aeree per proteggere od ostacolare la marcia delle
autocolonne lungo la litoranea, mentre le altre unità partecipanti alle esercitazioni
si andavano concentrando tra Azizia e Scecsciuch, ai due lati della catena
collinosa di Bir el-Ghnem. Su questo terreno, che in larga parte pianeggiante era
quasi ovunque percorribile dagli automezzi, si sviluppò il 22 maggio la seconda
fase delle operazioni, con la presa di contatto tra i due schieramenti. Il XXI
Corpo d’Armata muovendo a sud lungo la pista camionabile pedegebelica da
Azizia a Gasr el-Hag affrontò i reparti avversari avanzanti alle falde del gebel
per ricacciarli nella Gefara, mentre il XX Corpo d’Armata tentava di aprirsi un
varco al centro dello schieramento azzurro per irrompere su Azizia e sbloccare
la situazione di stallo determinatasi alle ali, a Zuara e Jefren. Questa fase delle
operazioni, che vide un significativo intervento della Regia Aeronautica con
bombardamenti sulle retrovie, attacchi ai campi di aviazione e interventi a volo
rasente sulle autocolonne, si concluse con un leggero vantaggio per il partito
rosso e con i due schieramenti a stretto contatto sulle pendici occidentali delle
colline di Bir el-Ghnem.
Per superare l’inattesa resistenza, e scongiurare nel contempo il rischio
di aggiramento che gravava sulla sua ala destra, il comando del partito rosso
decise di trasportare per via aerea la sua divisione di riserva sul rovescio dello
schieramento avversario, nella vasta piana di Bir el-Ghnem, una quarantina di
chilometri oltre le prime linee. Questo fu quindi il tema della terza fase delle
manovre, sviluppo e decisione della battaglia, con l’intervento di sorpresa nelle
retrovie azzurre della 58 Divisione per il quale vennero messi a disposizione del
a
partito rosso, oltre al Reggimento Fanti dell’Aria, tre stormi da bombardamento
e il gruppo da caccia. Mentre dunque il XXI Corpo d’Armata insisteva ad
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