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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
Nella sua già citata relazione il maresciallo dell’aria Italo Balbo, in qualità
di comandante superiore delle forze armate in Africa Settentrionale, dopo aver
tratteggiato i lineamenti dell’esercitazione e aver sottolineato l’importanza e la
novità dell’esperimento di aviosbarco, evidenziò che l’aggiramento verticale,
eseguito in stretto coordinamento nel tempo e nello spazio con l’azione delle
forze di superficie, meritava di essere studiato con attenzione “per trarne
elementi concreti di dottrina”. Nella sua visione l’azione tattica così concepita
poteva infatti assumere una valenza decisiva a livello strategico, soprattutto se
il colpo veniva vibrato nel momento di maggior crisi di un avversario già in
difficoltà. Fondata sulla velocità e sulla sorpresa, la manovra di aggiramento
verticale apriva quindi nuovi orizzonti per la guerra di rapido corso di cui tanto
si discuteva ed era uno strumento da prendere in seria considerazione superando
la resistenza al cambiamento:
Ai misoneisti, agli increduli ed agli uomini di poca fede – di cui purtroppo
non manca la semenza – ed a tutti coloro che considerano le nuove idee come
elucubrazioni futuristiche, ricorderò soltanto che il progresso odierno ha
acquistato tale ritmo celerissimo da sorpassare ogni più fantastica previsione: ciò
che ieri sembrava solo un sogno, oggi è realtà, domani largamente superata dalle
nuove realizzazioni.
L’esperimento era stato eseguito con mezzi improvvisati e molto di più si
sarebbe potuto ottenere con mezzi adeguati allo scopo e con una preparazione
specifica, dal che la necessità di velivoli appositamente concepiti per il trasporto
truppe e di paracadute di maggiore capacità per il lancio di uomini completamente
equipaggiati. Questi aspetti furono trattati in dettaglio in un documento allegato
alla relazione preparato dal generale di brigata aerea Aldo Urbani, in qualità di
vicecomandante della 58 Divisione. 166
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I quattro stormi da bombardamento 14°, 15°, 33° e 34°, con gli ultimi due
arrivati solo il 19 maggio dall’Italia, si erano concentrati il giorno 20 sull’aeroporto
di Castel Benito, scelto come aeroporto di partenza perché l’unico della
Tripolitania idoneo per dimensioni e natura del terreno al decollo in formazione
di un tal numero di velivoli. La rotta contemplava un ampio giro sul mare per
far compiere agli stormi un percorso analogo a quello che avrebbero dovuto
effettuare provenendo da un campo in territorio nemico. La sera del 22 maggio
la 58 Divisione, in riserva nei pressi di el-Giosc, aveva raggiunto a Castel Benito
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e nelle prime ore del mattino del 23 si era imbarcata sugli S.81 che l’avrebbero
trasportata nella piana di Sidi Belgasem, a est di Bir el-Ghnem, nelle retrovie
166 Governo Centrale della Libia, Comando Superiore Forze Armate Africa Settentrionale,
Esercitazioni Anno XVI in Libia (XI-XXIV maggio 1938 – XVI). Relazione, All. n. 8,
Organizzazione ed esecuzione dell’esperimento di sbarco aereo. Relazione del comandante le forze aeree e
vicecomandante la 58 divisione aerotrasportata, AUSSMA.
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