Page 159 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Controguerriglia e Controllo del territorio
nemiche, dove il Reggimento Fanti dell’Aria doveva preventivamente occupare
e attrezzare a difesa il terreno destinato ad accogliere gli aerei da trasporto.
L’operazione sarebbe stata protetta da un gruppo da caccia, che avrebbe
incrociato sulla zona a media e ad alta quota, e da un gruppo d’assalto, che
intervenendo a volo rasente doveva neutralizzare eventuali elementi avversari.
La sequenza dei decolli era iniziata alle 8:00, e alle 8:50 erano entrati in
azione il gruppo da caccia e quello d’assalto. In questa fase un Ba.65 del XII
Gruppo d’Assalto era precipitato schiantandosi al suolo e prendendo subito
fuoco senza lasciar scampo al pilota e al mitragliere, probabilmente, secondo
il generale Pietro Pinna che assistette alla scena, perché era entrato nella scia di
un velivolo della stessa pattuglia ed era scivolato d’ala senza poter tentare alcuna
manovra di recupero per la quota troppo bassa. Alle 9:00 il 15° Stormo B.T.,
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in colonna di pattuglie di tre velivoli, aveva iniziato il lancio dei paracadutisti da
una quota di 600 metri circa, che si era concluso senza incidenti. Una volta a
terra i Fanti dell’Aria si erano raggruppati attorno al comandante di reggimento,
riconoscibile per il colore rosso del paracadute, e si erano poi attestati a difesa ai
margini del campo. I paracadutisti avevano anche impiantato una stazione radio
con cui fornire ai velivoli in arrivo indicazioni sulla direzione e sull’intensità
del vento e sull’andamento delle operazioni di sbarco, in modo che gli stormi
potessero venire all’atterraggio in rapida successione. Tutto si svolse secondo
le previsioni, alle 9:15 atterrò il 34° Stormo sbarcando il comando di divisione,
reparti mitraglieri ed elementi dei servizi, alle 9:25 fu la volta del 33°, con il 10°
Reggimento Libico, seguito alle 9:35 dal 15°, rientrato nel frattempo a Castel
Benito per imbarcarvi le artiglierie divisionali, e infine alle 9,45 dal 14°, con il
70° Reggimento Fanteria. Dopo un’ora la divisione era pronta a marciare su Bir
el-Ghnem.
L’esperimento poteva dunque dirsi perfettamente riuscito nonostante i reparti
utilizzati fossero stati impiegati nelle manovre fino al mattino del 22 maggio e
non avessero avuto un addestramento dedicato, come non lo avevano avuto gli
stormi da bombardamento terrestre impiegati nel trasporto di uomini e materiali.
Anche l’impiego dei paracadutisti non era stato funestato da incidenti, dal
momento che c’era stato soltanto qualche ferito leggero, ma questo risultato non
doveva far dimenticare che i paracadute erano normali paracadute di salvataggio,
non certo ottimali per l’impiego da parte di soldati armati ed equipaggiati. Pur
con questi limiti l’esercitazione doveva essere vista come il primo passo di un
percorso molto promettente, soprattutto negli scacchieri d’operazioni coloniali,
un primo passo a cui altri ne dovevano seguire, anche perché tali forme d’impiego
167 Ministero dell’Aeronautica, Gabinetto, Relazione sulla esercitazione di sbarco aereo svoltasi nelle
manovre della Libia - Anno XVI, 1938, AUSSMA.
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