Page 57 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Controguerriglia e Controllo del territorio
Agli insorti venivano riconosciute come doti precipue la frugalità, che si
traduceva in un fabbisogno logistico ridotto all’essenziale, la grande rapidità negli
spostamenti, la capacità di fronteggiare e impegnare, con formazioni allargate e
diradate forze anche molto superiori, nonché un innato istinto guerriero che
li portava a sfuggire agli attacchi per cercare con ampi movimenti aggiranti
di colpire i reparti isolati o mal collegati. Non erano quindi un avversario da
sottovalutare, come Graziani afferma a chiare lettere, per poi riassumere in poche
parole le caratteristiche del loro modo di combattere e indicare di conseguenza
le misure da adottare:
In conclusione: gli Arabi, per le loro innate, eccellenti qualità belliche; per la
facilità con la quale sanno portare il loro attacco in ogni direzione; per il fatto
che essi non considerano mai il terreno come appiglio tattico agli effetti delle
azioni da svolgere e non si curano di mantenere, sia pure temporaneamente il
possesso locale, danno alla loro guerra un carattere di estrema mobilità. Ma ogni
qual volta ciò viene loro impedito, o da una nostra decisa contromanovra, o dalla
necessità di fronteggiare una nostra avanzata che li obblighi ad adottare sistemi di
lotta pressoché identici ai nostri, rimangono disorientati prima, e sono facilmente
battuti poi, non potendo disporre dei potenti mezzi tecnici e sussidiari che sono
invece a nostra disposizione. 45
Si trattava in ultima analisi di disorientare l’avversario e fissarlo al terreno, una
conclusione su cui Boyd sarebbe stato certo d’accordo, e di sfruttare la superiorità
tecnologica sia nella fase di ricerca e presa di contatto, sia nel combattimento. La
tecnologia non era di per sé garanzia di vittoria, ma permetteva una maggiore
efficienza a livello tattico e operativo, e dava la possibilità di sviluppare strategie
di attrito che si traducevano nel poter mantenere alta la pressione nel tempo.
45 Ivi, p. 49.
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