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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
operazioni tanto sul piano politico quanto su quello militare:
Un’azione prolungata contro gli accampamenti, gli abitati, gli armenti, i pozzi,
i raccolti di orzo maturo, può mettere alla disperazione e quindi obbligare alla resa
a discrezione intere cabille [sic]. Qualora non siano in corso operazioni militari,
questa azione può da sola bastare, se fatta con mezzi proporzionali allo scopo, a
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risolvere favorevolmente una data situazione politica.
L’intimidire le popolazioni rientrava a pieno titolo in questo schema, e con
questo dichiarato intento il 12 maggio 1924 due Caproni Ca.3 della 12ª Squadriglia,
oltre agli usuali spezzoni da 12 chilogrammi, lanciarono due bombe a gas sulla
lontana oasi di el-Gheriat esc Scerghia, a sud di Beni Ulid, e su greggi e cammelli
nella stessa zona, più come monito per le irrequiete tribù della regione che per
ottenere risultati immediati. La quantità di aggressivo chimico che poteva essere
sparsa in questo modo era infatti limitata e le condizioni climatiche e ambientali
non erano le più favorevoli all’impiego di un tale tipo di armamento. 50
Il mezzo aereo introduceva una forte asimmetria nel confronto, il cui
significato doveva però essere ben compreso per poter essere sfruttato,
definendo un contesto teorico-dottrinale in cui inquadrarlo e sviluppando le
soluzioni operative più opportune. Resta il fatto che se agli albori del XVI secolo
l’affermazione del galeone aveva proiettato gli europei oltre gli oceani, dando il
via alla stagione delle grandi scoperte geografiche e alla costruzione dei primi
imperi coloniali, se nel XIX secolo, l’effetto combinato del chinino, del battello
a vapore, delle armi a tiro rapido, della ferrovia e del telegrafo aveva aperto la
via verso l’interno dell’Africa e permesso di consolidare il controllo dell’Asia,
affermando la superiorità dell’Occidente a costi minimi , nel XX secolo lo
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sviluppo dell’aeronautica ampliava ulteriormente il raggio d’azione e la capacità
di penetrazione.
49 Commissariato di Aeronautica, Direzione Generale di Aeronautica Militare, Aviazione
Coloniale, Traccia riassuntiva di conferenza compilata dal maggiore Luigi Biagini del 1°
Stormo Aeroplani, Tipografia Camera dei Deputati, 1923.
50 Già nel 1919 l’impiego di un consistente quantitativo di proietti d’artiglieria caricati con
fosgene disponibili a Tripoli era stato escluso sulla base di considerazioni di natura
tecnico-operativa. Il terreno, per lo più pianeggiante e privo di vegetazione, favoriva infatti
il rapido disperdersi dei gas sotto l’azione del vento e per effetto delle alte temperature.
I gas vescicanti, come l’iprite, potevano forse avere una maggiore validità, in quanto più
persistenti, ma esperimenti successivi ne avrebbero confermato la limitata efficacia nelle
particolari condizioni ambientali della colonia. (Diario Storico-Militare Comando Artiglieria
Tripolitania, 1919, AUSSME, Rep. L-8, f. 43).
51 D. R. HEADRICK, Al servizio dell’impero. Tecnologia e imperialismo nell’Ottocento, Bologna, Il
Mulino, 1984. Secondo le tesi esposte in maniera convincente da Headrick, il battello a
vapore e il chinino furono fondamentali nella fase della penetrazione, le armi a tiro rapido,
fucili a ripetizione e mitragliatrici, nella fase della conquista, ancora la navigazione a vapore,
il telegrafo, con i cavi sottomarini, e la ferrovia, nella fase del consolidamento.
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