Page 65 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Controguerriglia e Controllo del territorio

               Il mezzo aereo permetteva di sviluppare l’azione punitive e di repressione in
            modo rapido ed economico, e di infliggere forti perdite e ingenti danni alla parte
            avversa con un rischio contenuto, ma in linea con l’impostazione teorizzata da
            Calwell a inizio Novecento queste operazioni tendevano ad avere un carattere
            violento e brutale. Per quanto possa essere oggi inaccettabile, l’uso illimitato
            della forza era visto come il modo migliore per tenere sotto controllo i nativi più
            riottosi e, soprattutto in un primo tempo, si identificò con l’essenza stessa della
            dottrina dell’Air Control, come emerge dalla stampa specializzata dell’epoca:

                     Gli attacchi con bombe e mitragliatrici devono essere senza tregua e senza
                  pietà, e condotti con continuità di giorno e di notte, sulle case, sugli abitanti,
                  sulle messi e sul bestiame. […] Suona brutale, lo so, ma deve esserlo all’inizio. In
                  seguito, una volta che la lezione sia stata propriamente appresa, sarà sufficiente la
                  sola minaccia.
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               Già nel settembre del 1923 le operazioni in Iraq raggiunsero in larga parte gli
            obiettivi previsti, permettendo a Salmond di proporre a Trenchard una visione
            dell’Air  Control  che  sottolineava  l’impatto  del  potere  aereo  sulla  capacità  di
            resistenza degli insorti:
                     È qui opinione comune che i velivoli arrivino al risultato grazie all’effetto sul
                  morale, e al danno materiale che causano, e quindi al modo in cui interferiscono
                  nella vita quotidiana, e non in virtù delle perdite che infliggono. […] La sorpresa
                  completa è impossibile e la reale efficacia dell’azione aerea sta nella capacità di
                  sconvolgere la vita di tutti i giorni, se necessario per un periodo indefinito, non
                  offrendo al tempo stesso alcuna possibilità di far bottino o di rispondere al colpo.
                  Può abbattere il tetto delle capanne e impedirne il ripristino, un fastidio non da
                  poco durante l’inverno. Può seriamente interferire con l’aratura e la mietitura, cosa
                  di vitale importanza, o bruciare le scorte faticosamente raccolte e custodite per
                  l’inverno. Con gli attacchi al bestiame, principale capitale e fonte di ricchezza delle
                  tribù meno stanziali, può imporre nei fatti una forte multa o interferire seriamente
                  con la vita della tribù, che alla fine troverà preferibile obbedire al Governo. 59
               Queste tattiche, che erano la trasposizione in campo aeronautico di soluzioni
            tradizionali nelle operazioni di polizia coloniale, furono oggetto di critiche sempre
            più forti da parte della stampa e del Parlamento. Nel 1924, in concomitanza
            con l’entrata in carica del primo governo laburista di Ramsay MacDonald, la
            preoccupazione per l’impatto politico e mediatico di questa linea di condotta
            portò a cercare di mitigarne gli effetti più eclatanti. L’Alto Commissario in Iraq,
            Sir Henry Dobbs, diede al suo comandante in capo, il futuro maresciallo della



            58   J.A. CHAMLER, The use of  Air Power for replacing Military Garrisons, in «Journal of the Royal
               United Services Institute», febbraio-novembre 1921.
            59   Lettera di Salmond a Trenchard, Air Control, 29 settembre 1923, estratto riprodotto in P.
               W. GRAY, The Myths of  Air Control and the Realities of  Imperial Policing, in «Aerospace Power
               Journal», Fall 2001.


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