Page 67 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Controguerriglia e Controllo del territorio

                     Non  li  conoscevamo  e  non  stavamo  combattendo  una  crociata:  stavamo
                  soltanto mettendo in atto le nostre capacità professionali. Nel mio caso ricordo
                  di aver individuato una volta un gruppetto di nove persone e di essermi detto
                  «Siamo entro un margine del dieci per cento e può andare», e così li ho fatti saltare
                  in aria.
               Se questo era lo scenario, e tenuto conto delle caratteristiche delle situazioni di
            guerriglia e controguerriglia, gli aviatori catturati andavano spesso incontro a una
            fine orribile, e nel tentativo di scongiurarla gli equipaggi della RAF portavano
            con loro una sorta di “cambiale del sangue”, un documento che prometteva una
            ricompensa se fossero stati riconsegnati incolumi.

               Entro  il  1925  l’Iraq  venne  ricondotto  nell’orbita  di  influenza  della  Gran
            Bretagna  a  un  costo  contenuto,  e  nel  contempo  l’Air  Control  contribuì  alla
            sopravvivenza della RAF come forza armata indipendente. Le stesse modalità
            d’azione furono adottate in Kurdistan tra il 1930 e il 1931, per soffocare la rivolta
            dello sceicco Mahmud, e ancora nel 1932, contro un altro capo curdo, lo sceicco
            Ahmed  di  Barzan,   e  in  seguito  ad  Aden,  in  Transgiordania  e  sulla  sempre
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            inquieta frontiera nord-ovest dell’India.  Il suo stesso successo, e soprattutto
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            lo sfruttamento che ne fu fatto a fini di propaganda interna dai vertici della
            RAF, fecero però dimenticare il fatto che l’Air Control implicava una stretta
            cooperazione tra forze aeree e forze di terra, con i velivoli impegnati in missioni di
            trasporto di uomini e materiali, di evacuazione dei feriti, di lancio di manifestini,
            e ovviamente di ricognizione e di attacco.

               Di contro si sviluppò la tendenza a identificare l’Air Control con le incursioni
            aeree  a  carattere  punitivo  o  di  rappresaglia  che  ne  erano  soltanto  uno  degli
            aspetti, anche se il più appariscente dal punto di vista dell’esercizio del potere
            aereo, in quanto, come recitava nel 1928 la principale pubblicazione dottrinale
            della  RAF,  finalizzato  «a  indurre  il  nemico  a  sottomettersi,  con  la  minima
            distruzione di vite e di beni, e con la dovuta attenzione al risparmio di tempo,
            denaro ed energia».  Questa modalità d’azione, indipendente dal concorso delle
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            forze di terra, si concretizzava nel rendere impossibile alla popolazione una vita
            normale, al punto che il proseguire la lotta diventava un’opzione insostenibile
            (“continuance of hostilities becomes intolerable”). La pubblicazione precisava
            che, qualora fosse risultato impossibile ristabilire l’ordine attraverso un processo


            62   B. ROBERTSON, Barzan Operations 1932. A practical exercise of  RAF air control in Iraq, in «Air
               Pictorial», January 1983.
            63   A. WALTERS, RAF inter-war operations on the North-West Frontier, in «Air Power Review», Vol.
               21, No 1, Spring 2018, p. 110-139.
            64   RAF Air Publication 1300, Royal Air Force War Manual Part 1: Operations, (unpublished doctrine
               manual, Air Ministry, 1928), Chapter 14 (citato in S. RITCHIE, The RAF, Small Wars op. cit.,
               p. 8).


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