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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”


            la  brigata  gravava  sul  bilancio  dell’India  e  i  reparti  iracheni  erano  pagati  dal
            governo di Baghdad, ma il fatto che questa peculiare combinazione di forze
            riuscisse a tenere a freno le bellicose popolazioni locali fu indubbiamente un
            successo e valse a garantire la sopravvivenza della Royal Air Force motivandone
            la ragion d’essere.
               Nel concetto operativo delineato da Trenchard e posto in atto da Salmond,
            l’intervento  dal  cielo,  con  azioni  di  bombardamento  e  di  mitragliamento,
            prendeva il posto delle tradizionali spedizioni punitive via terra, condotte da
            colonne che, muovendo attraverso i territori in rivolta, tentavano di domare la
            volontà di resistenza delle popolazioni non solo colpendo quanti si opponevano
            con le armi alla loro avanzata, ma anche bruciando i villaggi e distruggendo i
            raccolti. Un documento dell’esercito britannico del 1920 ribadiva la necessità
            di mettere sotto pressione le popolazioni ribelli radendone al suolo i villaggi,
            distruggendo gli impianti di irrigazione, prelevandone i raccolti anche al di là
            delle esigenze della truppa e in estrema sintesi svuotando l’area interessata di
            tutto quanto potesse essere necessario alla vita.
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               La potenza di fuoco dei velivoli permetteva di ottenere gli stessi risultati
            a un costo minore e in modo più efficiente, e nell’età degli imperi non ci si
            preoccupava troppo del problema dei danni collaterali. Callwell, il cui studio sulle
            “piccole guerre” è tornato a riscuotere un certo interesse non solo storico a più
            di un secolo dalla sua pubblicazione, considerava atti che oggi giudicheremmo
            di gratuita furia distruttrice come rispondenti a una ragionata valutazione di
            necessità militare e a una meditata analisi delle caratteristiche dell’avversario,
            interpretate  alla  luce  della  mentalità  corrente.   Premesso  che  la  cosiddetta
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            “via militare” era poco adatta a guadagnare l’amicizia delle popolazioni, e pur
            riconoscendo che questo era l’obiettivo finale di qualunque Potenza impegnata
            in una piccola guerra, il colonnello britannico concludeva che spesso questa
            era l’unica soluzione possibile: «Il miglior modo per indurre alla ragione un tale
            nemico è per mezzo del fucile e della spada, perché comprende solo questo tipo
            di approccio e lo rispetta», e a volte anche questo non bastava ed era necessario
            distruggerne i villaggi e i granai. Per quanto questi mezzi estremi non fossero
            contemplati dalle leggi di guerra in conflitti tra forze regolari, e fosse comunque
            opportuno contenere il livello di distruzione, nelle piccole guerre bruciare i
            granai  e  uccidere  i  civili  poteva  diventare  in  qualche  caso  una  sfortunata
            necessità («It was oftentimes a necessary, albeit unfortunate, characteristic of
            small wars»).



            56   P. S. MEILINGER, Trenchard, Slessor op. cit..
            57   C. E. CALLWELL, Small Wars. Their principles and practice, University of Nebraska Press, 1996,
               p. 41.


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