Page 78 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
munizioni pari a 15.000 kg di bombe e 3500 colpi di mitragliatrice, 18 sortite
per trasporto personale, con 220 uomini trasportati, 28 missioni di trasporto
di materiali e viveri, pari a 2500 kg, con 28 feriti o malati evacuati nei voli di
rientro. Una tale attività non era priva di rischi, sia perché i velivoli erano reduci
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dall’impegnativo ciclo operativo sul 29° parallelo, sia perché gli attacchi portati
a bassa quota li esponevano alla fucileria degli insorti. Il 17 luglio, mentre una
formazione di tre Ro.1 e tre Ca.73 attaccava un accampamento nei pressi di Bir
Giafer, il Ca.73 del capitano Mazzini fu colpito a un motore e costretto a un
atterraggio d’emergenza. A salvarne l’equipaggio sottraendolo alla cattura e a
una sorte peggiore, intervenne però un altro Ca.73 della pattuglia, pilotato dal
sottotenente Marotta, che atterrò nelle vicinanze e ne prese a bordo i cinque
uomini per poi decollare sotto il fuoco degli insorti.
Tra il 25 novembre 1929 e il 20 febbraio 1930 tre colonne mobili agli ordini
di Graziani, comprendenti reparti cammellati reclutati localmente e guidati
da ufficiali italiani, i cosiddetti “sahariani”, un battaglione eritreo autocarrato
e una squadriglia autoblindomitragliatrici, si spinsero ancora più a sud, fino al
confine con il Ciad francese, acquisendo rapidamente il controllo del Fezzan,
una vasta regione desertica di 600.000 chilometri quadrati nel cuore del Sahara.
La perfetta riuscita dell’operazione e la sua rapida conclusione attirarono
l’attenzione di osservatori stranieri certo non digiuni di problemi coloniali, e
nel 1931 la Revue Militaire Francaise la commentava in questi termini: «Eseguita
con modesti effettivi, 2500 uomini e con un minimo di perdite. L’importanza
dell’organizzazione messa in opera, la rapidità della concezione ed esecuzione
hanno impedito che il nemico opponesse una resistenza seria».
I velivoli da ricognizione e alcuni bombardieri ne appoggiarono l’azione, così
come avevano fatto durante le operazioni a nord del 29° parallelo, esplorando il
terreno davanti alle colonne cammellate e motorizzate, guidandole ove possibile
a ingaggiare un avversario sempre elusivo e sfuggente e fornendo la potenza di
fuoco con cui colpire gli obiettivi più lontani e fissare sul posto i mobilissimi
gruppi ribelli, provvedendo al tempo stesso a trasportare nelle località più
avanzate uomini e rifornimenti, così da mantenere alto il ritmo delle operazioni.
Il supporto logistico era stato concepito in modo da rispondere alle particolari
condizioni ambientali del deserto, con gli specialisti, i rifornimenti e le parti di
ricambio che muovevano al seguito delle colonne cammellate e autocarrate per
attivare sul momento e là dove necessario quelli che oggi si direbbero “Forward
Arming and Refuelling Point” (FARP). Tra il novembre 1929 e il marzo 1930,
con 16 velivoli rischierati a Hon, nella regione di Socna, sul 29° parallelo, 4
operanti da Sirte e 11 da Tripoli, vennero volate 439 sortite, per 1190 ore di volo,
75 R. GRAZIANI, Verso il Fezzan op. cit., p. 274-275.
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