Page 85 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Controguerriglia e Controllo del territorio
e il 4 febbraio 1917 li avevano cacciati da Siwa, con un’azione condotta solo da
automezzi armati. Sayid Ahmad riuscì a fuggire a Giarabub, ma la caduta di quella
che era stata la loro roccaforte significò la fine delle mire dei senussi sull’Egitto
e creò le premesse per gli accordi di Tacroma siglati in aprile. Tanto a Bir Aziz
quanto Siwa l’azione delle autoblindo aveva ricordato una carica di cavalleria, ma
nessun reparto a cavallo avrebbe potuto percorrere così rapidamente le distese
desertiche, o attaccare con successo un nemico armato di mitragliatrici e anche
di qualche pezzo d’artiglieria senza subire gravi perdite.
Nel dopoguerra il Regio Esercito, anche sulla base di queste esperienze, aveva
trasferito in Libia alcuni carri armati FIAT 2000 e FIAT 3000 e soprattutto alcune
autoblindo Lancia Ansaldo 1ZM alle quali si era poi aggiunto un certo numero
di autoblindo FIAT-Terni Tripoli, realizzate sul telaio dell’autocarro FIAT 15ter
largamente utilizzato durante la Grande Guerra, e come le Lancia a trazione
posteriore su ruote gemellate. In Tripolitania ne era stato fatto inizialmente
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un uso limitato, e anche l’impiego degli autocarri era stato soprattutto di tipo
logistico, ma le cose cambiarono quando si affrontarono le pianure predesertiche
della Ghibla e della Giofra, e soprattutto quando si pose seriamente il problema
della Cirenaica. Qui il terreno, sia in Marmarica sia a sud del Gebel Achdar, era
pianeggiante e a fondo solido e sassoso, pur se spesso irregolare, il che permetteva
di sfruttare al meglio le caratteristiche di questi mezzi, e lo stesso altopiano del
Gebel Achdar, pur se in larga parte accidentato e coperto di fitta vegetazione,
non escludeva affatto l’impiego degli autoveicoli. Mezzetti se ne rese conto
immediatamente al suo arrivo a Bengasi nel febbraio del 1927, e, quando in
aprile assunse il comando militare della colonia, tra i primi provvedimenti adottati
per restituire dinamicità al dispositivo militare della Cirenaica, immobilizzato o
quasi nelle guarnigioni della fascia costiera, vi fu la riorganizzazione del parco
automobilistico. Gli automezzi efficienti erano circa 400, ma il numero di quelli
in dotazione era molto maggiore, a riprova di una gestione inadeguata e di una
tendenza che l’energico generale riuscì a correggere, ricordando con malcelato
orgoglio che poco più di due anni dopo, quando lasciò il comando delle truppe
della Cirenaica, sulle strade della colonia ne circolava oltre un migliaio, senza che
85 L’autoblindo Lancia Ansaldo, presentata nel 1915, fu costruita in circa 150 esemplari nelle
due versioni 1Z, caratterizzata dalle due torrette concentriche armate la prima di due
mitragliatrici, la seconda di una, e 1ZM, in cui eliminata la torretta superiore per abbassare il
baricentro, la terza mitragliatrice era installata nella parte posteriore dello scafo, per far fuoco
in ritirata, con la possibilità di utilizzarla anche a terra su trepiede. Con un peso di 4200 kg e
una corazzatura di 6 mm, in grado di resistere a colpi di fucile sparati da 100 metri, montava
un motore Lancia a quattro cilindri in linea da 35 cv che gli consentiva una velocità massima
di 50 km/h L’equipaggio tipo era di sei uomini. Oltre che nella Grande Guerra e in Libia,
fu utilizzata in Etiopia, in Spagna, e anche nella Seconda guerra mondiale per compiti di
sicurezza interna e controguerriglia, rimanendo così operativa per ben trent’anni.
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