Page 17 - Uomini della Marina 1861-1946 - Dizionario Biografico
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               AIMONE di SAVOIA
               AOSTA, duca di Spoleto
                  Ammiraglio  di  squadra,
               medaglia d’argento al valore
               militare  (due  concessioni),
               medaglia di bronzo al valore
               militare  (due  concessioni),
               croce di guerra al valore mi-
               litare,  cavaliere  dell’ordine
               supremo della santissima
               Annunziata, cavaliere di gran
               croce  decorato  del  gran cor-
               done dell’ordine della Corona
               d’Italia e dell’ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, cavaliere
               dell’ordine civile di Savoia. Pilota di idrovolante. Senatore del
               Regno. Re di Croazia. Esploratore, sportivo, motonauta.
                  Nato a Torino il 9 marzo 1900, fu ammesso all’Accademia
               Navale di Livorno nel 1912, conseguendo la nomina a guar-
               diamarina nel 1916. Ancora allievo prese parte alla guerra italo
               turca nel corso della campagna estiva del 1912 a bordo della
               nave scuola Flavio Gioia. Da guardiamarina e sottotenente di
               vascello partecipò alla prima guerra mondiale, imbarcato nel
               1916 sulle corazzate Dante Alighieri e Andrea Doria e poi sul
               nuovo cacciatorpediniere Vincenzo Giordano Orsini, sul quale
               meritò, per la sua condotta nel corso di uno scontro navale,
               la prima medaglia di bronzo al valore militare. Nel novembre
               del 1917 chiese e ottenne di partecipare al corso di pilota di
               idrovolante presso la Scuola di aviazione di Taranto, conse-  Aimone di Savoia a una cerimonia militare, Trieste, estate 1938.
               guendo il brevetto nel marzo del 1918. Fu destinato quindi alla
               stazione idrovolanti di Venezia, assumendo anche il comando
               della 231 Squadriglia, che tenne fino a dopo l’armistizio del   in seguito in comando del cacciatorpediniere Bettino Ricasoli
                       a
               4 novembre del 1918. Prese parte con esemplare ardimento   e, capitano di vascello nel 1934, dopo una destinazione presso
               a ben quaranta missioni di guerra, compresi bombardamenti   l’ufficio del capo di stato maggiore della Marina, dell’esplora-
               notturni su munite basi nemiche, condotti sotto intenso fuoco   tore Pantera, con il quale prese parte alle operazioni militari
               antiaereo; nel corso di un ammaraggio in soccorso di naufra-  in Africa Orientale del 1935-1936. In tale contesto partecipò
               ghi, il proprio apparecchio andò perduto, ma i due piloti furono   anche alle operazioni sul fronte terrestre, distinguendosi alla
               salvati da una torpediniera amica. In questo periodo di intensa   battaglia dello Scirè, ove meritò la seconda medaglia d’argento
               attività bellica gli furono conferite una medaglia d’argento e   al valore militare.
               una croce di guerra al valore militare.                    Contrammiraglio a scelta eccezionale nel 1936, fu coman-
                  Terminato il conflitto, promosso tenente di vascello, con-  dante della piazza di Pola nel 1937-1938 e, promosso ammira-
                                                                                                 a
               tinuò l’attività aerea in Alto Adriatico: durante un volo ope-  glio di divisione, comandò la 4 Divisione navale con insegna
               rativo su idrovolante pilotato dal tenente di vascello Orazio   sull’incrociatore Alberico da Barbiano nel 1938-1939, anno in
               Pierozzi (vds.), a causa di un violento fortunale, l’idrovolante   cui fu promosso ammiraglio di squadra.
               precipitò in mare. Pierozzi trovò la morte, ma egli poté essere   Nel marzo del 1940 fu nominato comandante in capo del
               fortunosamente salvato. Per la prova di freddezza e di sprezzo   Dipartimento militare marittimo dell’Alto Tirreno (La Spezia),
               del pericolo data nella circostanza, gli fu concessa la seconda   carica che dovette lasciare a maggio del 1941, quando accettò
               medaglia di bronzo al valore militare.                  con molta riluttanza, per ragioni politiche, la designazione a re
                  Nel dopoguerra tornò su unità di superficie, prendendo par-  di Croazia. Egli non prese mai possesso del trono di Zagabria
               te, tra l’altro, alla campagna in Sud America della corazzata   e non mise mai piede in quel Paese. Riprese servizio in Marina
               Roma  del  1920-1921.  Fu  quindi  in  Cina  nel  periodo  1922-  dal febbraio del 1942, ricoprendo la carica di ispettore genera-
               1923, imbarcato sulla cannoniera fluviale Sebastiano Caboto,   le dei MAS alla Spezia. Alla morte del fratello, Amedeo viceré
               colà stazionaria. Rimpatriato, ebbe il comando della torpedi-  d’Etiopia, avvenuta in prigionia in Kenia il 3 marzo del 1942,
               niera d’alto mare Cassiopea e, promosso capitano di corvetta   assunse il titolo di duca d’Aosta, quarto della famiglia.
               nel 1925, del nuovo cacciatorpediniere Quintino Sella (1926-  All’armistizio dell’8 settembre 1943, in ottemperanza alle
               1928). Seguendo le orme dello zio Luigi di Savoia (vds.), nel   clausole armistiziali, si trasferì a bordo della torpediniera In-
               1929, capitano di fregata, guidò una spedizione al Karakorum   domito insieme all’ammiraglio Nomis di Pollone (vds.), prima
               (Asia centrale), conseguendo gli scopi scientifici preposti. Fu   a Portoferraio e quindi a Palermo, raggiungendo poi Taranto
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