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178 Uomini della marina 1861-1946
DE CRISTOFARO PIETRO nuo susseguirsi di imbarchi su unità di superficie dei vari tipi
fino al 1913, tra i quali, come ufficiale in 2 ,sul cacciatorpedi-
a
Capitano di fregata, medaglia
d’oro al valore militare, medaglia niere Lanciere nel corso della guerra italo turca (1911-1912),
dislocato nelle acque dell’Egeo e della Libia. Infine, tenente
di bronzo al valore militare, croce di vascello, dall’ottobre del 1913 e per tutto il periodo della
di guerra al valore militare, cro- prima guerra mondiale, fu dapprima comandante di sommergi-
ce al merito di guerra, ufficiale bili (Velella, W 3 e W 1) quindi, già capitano di corvetta, capo
dell’ordine della Corona d’Italia. squadriglia sommergibili e poi da capitano di fregata coman-
Osservatore d’aeroplano. dante in successione delle flottiglie sommergibili di Ancona,
Nato a Napoli il 1° settem-
bre 1900, ammesso all’Accade- Venezia e Brindisi (1917-1919), per riprendere imbarco, nuo-
vamente in comando su sommergibili (Marcello, Mocenigo e
mia Navale di Livorno nel 1914, Barbarigo), fino all’aprile del 1923. Per le sue brillanti doti
fu nominato guardiamarina nel di comandante in guerra e per le azioni condotte con perizia
1919. Nel 1923 conseguì l’abilitazione di osservatore d’aero- e abilità professionale contro unità di superficie avversarie al
plano. comando del sommergibile Velella (18 agosto 1915) e contro
Ufficiale d’ordinanza del principe Umberto di Savoia nel
periodo 1929-1931, fu in comando di torpediniere negli anni il traffico lungo le coste dalmate al comando del sommergibile
W 3 (luglio 1917–ottobre 1918), fu decorato di due medaglie
1932-1935 e successivamente di cacciatorpediniere; all’entra- d’argento al valore militare, della croce al merito di guerra ol-
ta dell’Italia nella seconda guerra mondiale (10 giugno 1940) tre alla croce di cavaliere dell’ordine militare di Savoia. Unico
in comando con il grado di capitano di fregata del cacciatorpe- periodo a terra dopo ventiquattro anni di imbarco continuo,
diniere Luca Tarigo prese parte a numerose missioni di scorta fu la destinazione a Roma nel 1919-1920 presso la Direzione
a convogli per l’Africa Settentrionale. La notte del 16 aprile generale di artiglieria e armamenti del ministero.
1941, in navigazione con altri due cacciatorpediniere di scorta Capitano di vascello nel 1923, fu nuovamente a bordo,
a un convoglio di cinque piroscafi, fu avvistato da una forma- in comando successivamente delle corazzate Giulio Cesare,
zione navale britannica, che sottopose le unità italiane a preciso Napoli, Andrea Doria e Conte di Cavour e dell’incrociatore
e centrato tiro. Il Tarigo riportò gravi avarie, con ampi squarci corazzato San Giorgio; contrammiraglio nel 1929 mentre era
nello scafo, mentre egli subì l’amputazione della gamba de- comandante militare marittimo di Castellammare di Stabia,
stra. In quelle drammatiche condizioni ribadì l’ordine d’attac- fu per vario tempo a disposizione del ministero per ispezioni,
co: l’armamento dell’unico lanciasiluri ancora efficiente riuscì quindi comandante militare marittimo della Sardegna, quando
ad effettuare un lancio triplo, conseguendo l’affondamento del nel 1933 fu promosso ammiraglio di divisione.
cacciatorpediniere britannico Mohawk. Poco dopo il Tarigo, Nuovamente a bordo (1933-1935), fu dapprima comandan-
nuovamente colpito, affondava, e con esso il comandante. Alla te della 2 Divisione navale con insegna sull’incrociatore Go-
a
sua memoria fu decretata la medaglia d’oro al valore militare. rizia e quindi della 3 Divisione sull’incrociatore Trento. De-
a
Per onorarne il ricordo la Marina assegnò il suo nome nel
1943 a un cacciatorpediniere della classe “Comandanti meda- stinato a terra, ricoprì nel grado di ammiraglio di squadra nel
periodo 1935-1937 l’incarico di comandante del dipartimento
glia d’Oro”, impostato sugli scali del Cantiere del Tirreno di marittimo dell’Alto Tirreno e della piazza marittima della Spe-
Riva Trigoso e non completato a seguito degli eventi armisti- zia. Nel periodo 1937-1938 fu governatore a Massaua della
ziali, e nel 1965 a una corvetta antisommergibile radiata nel colonia eritrea in un momento critico per il sostegno alle con-
1994.
comitanti operazioni di pacificazione in Etiopia. Fu successi-
vamente presidente del Consiglio superiore di Marina fino al
collocamento in ausiliaria, avvenuto nel 1939. Nello stesso
DE FEO VINCENZO
anno fu nominato senatore del Regno.
Ammiraglio di squadra, cava- Nel settembre del 1940, a secondo conflitto mondiale in
liere dell’ordine militare di Savo- corso, fu richiamato in servizio come capo della Delegazione
ia, medaglia d’argento al valore Marina a Tolone presso la Commissione d’armistizio con la
militare (due concessioni), croce Francia, incarico che tenne fino a tutto il gennaio 1943, venen-
al merito di guerra, cavaliere di do quindi posto in congedo.
gran croce dell’ordine della Co- Morì a Roma il 17 gennaio 1955.
rona d’Italia, grande ufficiale L’ammiraglio De Feo non fu solo uomo d’azione ma anche
dell’ordine dei santi Maurizio e uomo di pensiero, che contribuì con studi in modo eminente
Lazzaro. Sommergibilista. Go- al progresso della tecnica navale, meritando in tempi diversi
vernatore di colonia africana. la medaglia d’oro di 1 classe e la medaglia d’argento di 2 a
a
Eminente studioso e scrittore di classe per lavori tecnici e scientifici utili alla Marina e con una
tecnica navale. Senatore del Regno. lunga serie di scritti attraverso una trentennale collaborazione
Nato a Campobasso il 16 settembre 1876, nel 1890, quattor- alla Rivista Marittima su argomenti di politica navale, tattica
dicenne, entrò all’Accademia Navale di Livorno, conseguendo e strategia, impiego dei sommergibili, problemi del tiro e or-
nel 1895 la nomina a guardiamarina. Dopo una prima destina- ganica del personale. L’acuta intelligenza e, soprattutto, la ver-
zione sulla corazzata Ruggero di Lauria, fu un lungo e conti- satilità dell’ingegno furono senza ombra di dubbio le doti che