Page 269 - Uomini della Marina 1861-1946 - Dizionario Biografico
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Fu quindi destinato all’Alto comando della Marina (Super- fu trasferito nel 1939 nel servizio permanente effettivo. All’en-
marina), reparto operazioni, dove alla vigilia dell’armistizio (8 trata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale (10 giugno
settembre 1943) fu inviato quale rappresentante della Marina, 1940) era imbarcato sul cacciatorpediniere Daniele Manin,
presso il comando alleato del Mediterraneo, permanendovi dislocato in Mar Rosso. Nell’imminenza della caduta di Mas-
fino al mese di aprile 1945. Dal maggio dello stesso anno fino saua, il 3 aprile 1941 l’unità, nel corso di un’ultima missione
al settembre 1947 resse una sezione dell’ufficio del capo di sta- diretta al bombardamento di Porto Sudan, venne fatta segno a
to maggiore generale, partecipando a varie missioni a Londra violento attacco aereo britannico, che ne provocò l’affonda-
e Washington e per lungo tempo a Parigi, alle sessioni per la mento. Scampato al naufragio su una lancia insieme a 45 uo-
definizione delle clausole militari nell’ambito della conferenza mini dell’equipaggio, con grande forza d’animo e perizia ma-
del trattato di pace. In tale veste fu strenuo sostenitore dell’in- rinaresca seppe condurre a salvamento sulla costa dell’Arabia
tegrità della flotta, in ossequio alle direttive del capo di stato Saudita 42 naufraghi, dopo sette giorni in precarie condizioni
maggiore, ammiraglio Raffaele de Courten (vds.) contro i con- fisiche e percorrendo circa 130 miglia in severe condizioni cli-
vergenti tentativi delle grandi potenze di eliminarla o ridurla al matiche. Per tale eccezionale azione fu insignito della meda-
minimo della consistenza. La vibrante dichiarazione di rigetto glia d’oro al valore di Marina (per la sorte degli altri naufraghi
delle clausole militari del trattato di pace da lui pronunziata del Manin vds. Fadin Araldo). Internato a Gedda, rimpatriò
in sede di commissione militare il 12 settembre 1946, in cui l’anno successivo, conseguendo la promozione a tenente di
ribadiva con forza che la flotta non poteva né doveva essere vascello. Terminò la guerra imbarcato sul cacciatorpediniere
considerata “bottino di guerra”, merita di essere tramandata a Nicoloso Da Recco e quindi sulla torpediniera Sirio, meritando
futura memoria. una medaglia di bronzo e una croce di guerra al valore militare.
Nel dopoguerra fu in comando, capitano di vascello, Proseguì in carriera prevalentemente con destinazioni e co-
dell’incrociatore Luigi di Savoia Duca Degli Abruzzi (1947- mandi nell’ambito delle forze del dragaggio. Nel 1969 fu pro-
1948) e successivamente, fino all’ottobre 1949, della Scuola di mosso contrammiraglio a disposizione, nel 1973 fu collocato
comando navale. Promosso contrammiraglio nel 1951, dopo in ausiliaria con il grado di ammiraglio di divisione e nel 1981
aver retto il reparto operazioni dello stato maggiore, ricoprì fu promosso ammiraglio di squadra a titolo onorifico.
l’incarico di addetto navale a Londra fino al 1954. Da ammira- Morì a Roma il 14 luglio 2003.
glio di divisione, nel 1956-1957, ebbe il comando della 2 Di- Della sua esperienza in Mar Rosso lasciò un bel volume di
a
visione navale. Sottocapo di stato maggiore della Marina dal ricordi: Ultima missione in Mar Rosso. L’odissea dei naufra-
dicembre 1957 al dicembre 1960, conseguì la promozione ad ghi della lancia IA 483, edito da Mursia nel 1979.
ammiraglio di squadra nel dicembre 1958.
Comandante in capo della Squadra navale nel 1961-1962,
fu nominato capo di stato maggiore della Marina il 1° maggio GOIRAN ILDEBRANDO
1962, lasciando la carica e il servizio per raggiunti limiti di età Ammiraglio di squadra, me-
il 9 ottobre 1965. Durante il suo mandato ebbero impulso e daglia d’oro al valore militare,
completamento la costruzione delle nuove unità missilistiche croce di guerra al valore militare,
classe “Impavido” e “Andrea Doria”, la trasformazione del grande ufficiale dell’ordine della
vecchio incrociatore Giuseppe Garibaldi e la ricostituzione Corona d’Italia, grande ufficiale
del battaglione “San Marco” e del Collegio navale “Francesco dell’ordine dei santi Maurizio e
Morosini”. Lazzaro.
Morì a Roma il 3 ottobre 1998.
Nato a Torino il 14 giugno
1882, entrò nel 1898 all’Acca-
demia Navale di Livorno, con-
GNETTI FABIO
seguendo nel 1902 la nomina a
Ammiraglio di squadra (t.o.), guardiamarina. Dopo un periodo
medaglia d’oro al valore di Ma- di imbarco su navi maggiori, tenente di vascello, partecipò
rina, medaglia di bronzo al valore alla guerra italo turca (1911-1912) a bordo dell’ariete-torpe-
militare, croce di guerra al valore diniere Etruria, distinguendosi in Libia negli sbarchi di Mi-
militare, croce al merito di guerra surata, Zuara e Tolmetta; nel primo conflitto mondiale operò
(tre concessioni), grande ufficiale prevalentemente in comando di unità leggere di superficie e di
dell’ordine della Repubblica Ita- M.A.S. Nella notte sul 2 novembre 1916 col MAS 20 penetrò
liana. arditamente nel Canale di Fasana, base navale austriaca, per
Nato a Lerici (La Spezia) il 28 portare offesa a grosse unità navali all’ormeggio, ma pur lan-
marzo 1915, diplomatosi capitano ciando i siluri non riuscì nell’intento, per la protezione delle
di lungo corso, partecipò al corso reti di cui erano dotati gli obiettivi. Per la sua temeraria impre-
allievi di complemento all’Acca- sa ebbe la massima onorificenza al valore militare e la promo-
demia Navale nel 1934, conse- zione per merito di guerra al grado di capitano di corvetta. Nel
guendo la nomina a guardiamarina 1917 fu in comando della Flottiglia M.A.S. del Lago di Garda
nel 1935. Sottotenente di vascello e in comando di unità leggere fino al termine del conflitto. Nel