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340 Uomini della marina 1861-1946
che nel 1880 lo portò a rivestire i gradi di ufficiale superiore, di MASSARI ALFONSO MARIA
ispettore nel 1896 e di tenente generale nel 1904. Capitano di corvetta, cavaliere dell’ordine della Corona
Legò da subito il suo nome nel 1866, giovane ingegnere, al
recupero dell’ariete corazzato Affondatore, inabissato ad An- d’Italia e dell’ordine dei santi Maurizio e Lazzaro. Esploratore.
Nato a Napoli il 23 maggio 1854, fu ammesso alla Scuola
cona nel corso di un fortunale, prima tappa di uno straordinario di Marina della sua città nel 1868, conseguendo la nomina a
cursus honorum professionale, avendo sin da allora svolto da guardiamarina nel 1872. Prese parte al viaggio di circumnavi-
protagonista un lavoro che ha dato alla Forza Armata le miglio- gazione della pirocorvetta Vettor Pisani nel triennio 1874-1877,
ri navi del tempo, affermatesi anche in campo internazionale. durante il quale fu promosso sottotenente di vascello. Tra le de-
Collaborò con l’altro insigne progettista della Marina, Be-
nedetto Brin (vds.), alla preparazione dei piani delle prime stinazioni di servizio fu per lui importante quella a bordo della
nave idrografica Washington, poiché gli consentì di acquisire
vere corazzate che hanno debuttato in campo internazionale, pratica nelle triangolazioni e nelle osservazioni astronomiche.
tra il 1885 e il 1893, tra riconoscimenti di capacità tecnica e La competenza in tale campo gli valse d’essere scelto dal mini-
apprezzamenti di risultati: Italia, Lepanto e Re Umberto. A stero, alla fine del 1879, per far parte della spedizione africana
breve distanza di tempo, progettò i sette arieti torpedinieri (in- del professore Pellegrino Matteucci, per la quale la Società Ge-
crociatori protetti) della classe “Regioni”, che diedero lustro ografica aveva chiesto alla Marina un ufficiale particolarmente
all’Italia per validità tecnica e operativa su tutti i mari del mon- qualificato.
do. Divenne poi noto presso le principali Marine progettando Il progetto originale del viaggio prevedeva la traversata del
i cinque incrociatori corazzati della classe “Garibaldi”, di cui deserto da Tripoli all’Uadai, raggiungendo poi il Nilo attra-
furono riprodotti ben sette esemplari per la Marina della Spa- verso il Dar Fur ed il Cordofan, ma fu poi preferito il percor-
gna, dell’Argentina e del Giappone. È nota la superba prova so inverso, con partenza dall’Egitto. La spedizione mosse il 6
che dette questo tipo di unità nella guerra russo-giapponese marzo 1880 da Suakin (Mar Rosso) ma, giunta a Khartum, ri-
del 1904-1905. scontrate le avversità e i pericoli dell’itinerario prescelto, deci-
Seguirono i progetti degli incrociatori corazzati classe “San
Giorgio” e di seguito quelli delle corazzate monocalibre Dante
Alighieri, studiata nel 1906 e nella quale per primo introdusse
le torri trinate e la disposizione di tutti gli impianti di grosso
calibro (305/46 mm) per chiglia, e le successive Giulio Cesare,
Leonardo da Vinci e Conte di Cavour, costruite fra il 1910 e
il 1915.
Brillanti furono le sue destinazioni di lavoro: direttore delle
costruzioni navali dell’arsenale di Spezia nel 1894, direttore
generale delle costruzioni navali presso il ministero della Ma-
rina nel 1896, membro del Consiglio superiore di Marina nel
1900, capo dell’ufficio tecnico del ministero nel 1901, mem-
bro della commissione per lo studio delle riforme al codice
della Marina mercantile nel 1904, presidente del Comitato per
l’esame dei progetti di navi nel 1907.
La nomina a senatore nel 1910, coronamento delle sua fat-
tiva opera per la Marina, gli arrivò pochi mesi prima della mor-
te, che avvenne a Roma il 10 maggio.
Fu docente appassionato di materie tecniche, che contem-
perava come impegno a quelli derivanti dai suoi alti incarichi
militari: docente presso gli istituti nautici di Livorno e di Na-
poli e dal 1871, per dieci anni, con attività di insegnamento e
funzioni di preside.
Di certo fu l’ingegnere più fertile, a giudicare dalle navi da
lui progettate e studiate, che la Marina abbia avuto dall’unifi-
cazione a tutt’oggi.
La città di Roma, dove ha avuto svolgimento la sua cre-
atività di progettista, gli ha dedicato una via nell’ambito di
un’area dalla toponomastica di progettisti e costruttori navali;
la città di Napoli, in via Foria 28, dove egli nacque, appose il
20 settembre 1915 una lapide commemorativa in cui le ultime
righe, molto significative, suonano così: “… Il vigile spirito
ricordi alla risorgente fortuna d’Italia che l’avvenire della Pa-
tria è sul mare”. Infine anche la città di Taranto, molto cara ai
marinai, gli dedicò una via.