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392 Uomini della marina 1861-1946
stro in carica, avvocato Ferracciù, il suo sbarco e la tempora-
nea – otto mesi – collocazione in disponibilità. Richiamato in
servizio attivo nel settembre del 1879 dal ministro ad interim
della Marina, generale Cesare Bonelli, nel gennaio del 1880 fu
nominato comandante in capo del Dipartimento marittimo di
Spezia, incarico che mantenne fino alla primavera del 1892 per
passare nuovamente al comando della Squadra permanente. Il
comando si svolse in un periodo di tensioni internazionali cau-
sate dalle operazioni militari britanniche in Egitto che richiese
crociere di protezione nelle acque del Levante a favore dei no-
stri connazionali.
Intervenendo più volte alla Camera, nella sua qualità di
deputato (era stato eletto nel 1874), sulla difesa delle coste
(1882) e sul bilancio della Marina (1883), criticò la politica
navale del ministro viceammiraglio Ferdinando Acton (vds.),
sostenitore di una linea navale che assegnasse più rilievo a nu-
La corazzata Ammiraglio di Saint Bon, merose piccole unità, maneggevoli e veloci (linea di pensiero
in servizio dal 1897 al 1920.
perseguita in Francia dalla jeune école dell’ammiraglio Aube)
della nuova fregata a elica Principessa Clotilde, assumendo in contrapposizione a una linea navale strategica composta
il comando a metà luglio della corvetta corazzata a elica For- principalmente da grandi e potenti navi, come da lui propu-
midabile, impegnata nella campagna in Adriatico nell’attacco gnato anche in una sua antecedente pubblicazione (1881, La
ai forti di Porto San Giorgio dell’isola di Lissa, nel corso del questione delle navi) e validamente sostenuto da Brin. Tali cri-
quale si batté con valore e condotta intrepida meritando la me- tiche portarono nel novembre 1883 alle dimissioni del ministro
daglia d’oro al valore militare. Acton.
Tra la fine del 1866 e il dicembre 1868, capitano di vascello Presidente del Consiglio superiore di Marina e primo capo
di 2 classe, ebbe destinazioni di imbarco, prima sul vascello di stato maggiore della Forza Armata dal 1884 al 1888, diresse
a
a elica Re Galantuomo adibito a scuola cannonieri di base a da bordo dell’incrociatore Savoia le grandi manovre navali del
Spezia e quindi sull’avviso a ruote Messaggiere per la visi- 1885 e del 18887; nominato a fine 1888 comandante in capo
ta del principe Amedeo di Savoia-Aosta e del suo seguito ai del Dipartimento marittimo di Napoli, nel febbraio del 1891
principali porti del Regno e, infine, di nuovo sulla fregata a gli fu offerto dal presidente del Consiglio di Rudinì il porta-
elica Principe Umberto per l’annuale campagna di istruzione foglio del dicastero della Marina, che accettò e mantenne fino
degli allievi delle scuole di Marina. Tra il 1868 e il 1873 ebbe alla sua morte, avvenuta a Roma per polmonite il 26 novembre
vari incarichi a terra (comandante della base navale di Spezia, 1992. Durante tale periodo svolse una notevole mole di lavoro
capo di stato maggiore del Dipartimento marittimo di Napoli) e diede avvio a un grande piano di interventi in tutti i settori
e a bordo (comando delle nuove fregate corazzate Ancona e della vita navale: riordinò le scuole, emanò provvedimenti a
Conte Verde). Nel luglio del 1873, da pochi giorni promosso favore del personale, modernizzò l’istruzione tecnica, migliorò
contrammiraglio, dal nuovo presidente del Consiglio Marco il materiale e soprattutto ridisegnò lo strumento navale crean-
Minghetti gli fu offerto il portafoglio della Marina, incarico do un’equilibrata linea di unità centrata attorno a un potente e
che tenne per tre anni. moderno nucleo di corazzate, le due “Duilio” e le due “Italia”.
Già a far data dalle prime sedute della nuova legislatura nel Fu di carattere fattivo subordinato alla meditazione e allo
novembre del 1873, annunziò alla Camera il suo programma studio concreto dei problemi, e la sua vita trascorsa sul mare
di edificare la Marina militare su nuove basi, e tale impegno ne fece un perfetto marinaio. La partecipazione a quattro cam-
seppe portare a termine validamente coadiuvato dall’ispettore pagne militari, delle quali tre risolutive per la formazione della
del Corpo del genio navale Benedetto Brin (vds.). In sintesi il nazione italiana, gli diede una chiara visione delle necessità
programma prevedeva l’alienazione di unità navali vecchie o della Marina nell’azione bellica, tanto più che in essa si dimo-
superate, la costruzione di moderne corazzate (classi “Duilio” strò sempre di un ardimento senza pari (Gaeta, Lissa). Fu uno
e “Italia”), modifiche tecniche al naviglio sugli scali, l’abban- dei più eminenti uomini di mare italiani, una delle più belle
dono della propulsione mista vela-vapore, il potenziamento figure della Regia Marina, e tutta la sua vita militare fu im-
delle basi e un nuovo ordinamento delle scuole di formazione prontata al desiderio di costruire una Marina potente, degna di
del personale. una grande nazione.
Il 25 marzo del 1878, già viceammiraglio, lasciò il dica- La sua vita politica, cui partecipò attivamente prima come
stero della Marina e per un anno fu comandante in capo del- deputato al Parlamento, eletto più volte in varie legislature nel-
la Squadra permanente con insegna sulla corazzata Principe le circoscrizioni di Pozzuoli, Castelfranco Veneto e Messina,
Amedeo, con cui effettuò una lunga crociera nelle acque del e poi da senatore dal 1889, fu intensa e lineare, con interventi
Levante nell’eventualità di tumulti in quell’area a danno dei sempre a favore della Forza Armata di appartenenza.
connazionali residenti. Una querelle in ambito Consiglio su- La Marina volle onorarne il ricordo nel tempo dando il suo
periore di Marina da lui suscitata provocò da parte del mini- nome nel 1894 a una corazzata e nel 1939 a un sommergibile
oceanico.