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56 Uomini della marina 1861-1946
BELLONI ANGELO al governo russo l’uso della bandiera nazionale. Le cose non
andarono nel verso da lui voluto, in quanto il governo zarista
Capitano di corvetta. Som-
mergibilista. Inventore. Subac- si guardò bene dall’aderire alla richiesta, per cui decise di fare
rotta su Malta per chiedere i rifornimenti alle autorità britan-
queo. Scrittore di argomenti niche e quindi reiterare la richiesta ai russi per l’uso della loro
scientifici. bandiera. Dopo alcune ore di navigazione, il suo secondo, re-
Nato a Pavia il 4 marzo
1882, a diciassette anni fece sosi conto della situazione, si dissociò dall’impresa chiedendo
di essere sbarcato nel porto più vicino che era ancora Ajaccio,
domanda di ammissione all’Ac- verso il quale si diresse. Le autorità francesi, su richiesta del
cademia Navale di Livorno, governo italiano, bloccarono il battello impedendogli di ri-
venendo scartato alla visita me- prendere il mare; esso fu in seguito rimorchiato alla Spezia,
dica per insufficienza toracica; con tutto l’equipaggio, ad eccezione di Belloni, che preferì ri-
ripresentatosi l’anno seguen- parare a Nizza e attendere là gli eventi. Nel novembre, dopo
te, 1900, dopo aver rimediato aver avuto assicurazione di non venire arrestato, ma soltanto
con molta perseveranza alla processato a piede libero, Belloni rientrò in Italia per affronta-
deficienza fisica, fu finalmente re il processo, che fu tenuto nel febbraio 1915 in un clima na-
ammesso. Nominato guardiamarina, prestò servizio a bordo zionale di acceso interventismo alla guerra in atto e concluso
dell’incrociatore corazzato Marco Polo, dislocato in Estremo con l’assoluzione da tutte le imputazioni più gravi (prima fra
Oriente, prendendo parte, distaccato a Shanghai in un reparto tutte “furto di unità da guerra”) e una semplice ammenda per
da sbarco, alla protezione dei nostri connazionali nel corso del- aver infranto il codice della navigazione per l’impiego di luci
le agitazioni xenofobe. Quando la sua nave giunse nella rada di navigazione irregolari.
di Chemulpo, teatro dello scontro navale russo-giapponese di All’entrata in guerra dell’Italia, nonostante i trascorsi giu-
Tsushima del maggio 1905, studiò e approfondì con la collabo- diziari e il difetto dell’udito, fu richiamato in servizio, promos-
razione di ufficiali giapponesi il metodo col quale essi avevano so tenente di vascello e destinato al comando del sommergibile
riportato a galla l’incrociatore russo Varjag, poi incorporato Argo, che fu utilizzato con approvazione e incoraggiamento di
nella loro Marina col nome di Soya. Illustrò quindi i risultati di un suo estimatore, l’ammiraglio Paolo Thaon di Revel (vds.),
tale studio in una relazione per la quale meritò un elogio, con la per la realizzazione di un suo progetto: l’applicazione con par-
determinazione ministeriale di pubblicarla a titolo di lode sulla ticolari adattamenti di una campana d’aria al sommergibile,
Rivista Marittima nell’editoriale del gennaio 1906, dando così in maniera da consentire la fuoriuscita di personale, in caso di
inizio a una collaborazione che sarebbe durata parecchi anni. avaria, o di palombari senza scafandro e non più dipendenti
Promosso nel frattempo sottotenente di vascello, fu desti-
nato alla Spezia per studiare e sperimentare nuovi tipi di si- dal rifornimento di aria dalla superficie grazie a un respirato-
re individuale e a una tuta gommata aderente e stagna, da lui
luri; qui ebbe inizio anche la sua attività di subacqueo, che stesso progettate, che consentivano lo spostamento sul fondo
però, dopo breve tempo, gli provocò un’otite catarrale con in modo autonomo. Secondo i piani, l’Argo, una volta adde-
conseguente sordità, tanto che nel 1911 fu posto in congedo. strato il personale, avrebbe dovuto portarsi davanti a Pola, la
Lasciata la Marina con vero rammarico, fu assunto dalla Fiat- più importante base navale austriaca, immergersi e far uscire
San Giorgio di Torino con l’incarico di svolgere i collaudi e i palombari, i quali, spostando-
la consegna dei sommergibili che il dipendente cantiere del si sul fondo, avrebbero forzato
Muggiano (La Spezia) costruiva per committenti esteri. l’ingresso e raggiunto le navi
Allo scoppio della prima guerra mondiale, nell’agosto del
1914 Belloni si trovava in Brasile per la consegna a quella Ma- all’ancora, minandone le carena
con apposite cariche esplosive da
rina dei sommergibili F.1, F.2, F.3, costruiti alla Spezia su pro- loro stessi trasportate. Purtroppo
getto Laurenti (vds.)-Fiat. L’occasione di avere di fatto a dispo- nel corso di una esercitazione al
sizione le tre unità subacquee, collegata con l’alleanza in atto largo di Porto Corsini per la mes-
fra Italia, Germania e Austria-Ungheria (Triplice Alleanza), gli sa a punto del piano d’azione,
fornì l’idea di utilizzare i tre sommergibili a vantaggio delle l’Argo riportò avarie così gravi
nazioni alleate – l’Italia al momento si era dichiarata neutrale – da far abbandonare l’impresa e
in operazioni contro le Forze navali britanniche dislocate nelle inviare il sommergibile ai lavori
Isole Falkland, ed espose tale idea agli ambasciatori di quelle
nazioni, che però si dichiararono non disponibili all’esecuzio-
ne.
Rientrato in Italia, impegnato nelle prove di collaudo di un
sommergibile ancora senza nome, noto come costruzione n.
43, per la Marina russa, Svyatoi Georgjy (in seguito requisito
dalla Regia Marina e battezzato Argonauta), nella notte del
3 ottobre 1914, approfittando di un’uscita di collaudo, lasciò
La Spezia per raggiungere il porto di Ajaccio: il piano era di
impiegare l’unità subacquea in una guerra di corsa, chiedendo
Tuta Belloni.